Tornano in piazza gli studenti delle superiori Nel mirino alternanza scuola-lavoro e servizi

Erano in centinaia, studenti dei licei e degli istituti superiori della città, tornati in piazza per protestare contro quella che definiscono «la distruzione della scuola pubblica portata avanti dal governo nazionale targato Pd». Diversi i cortei, partiti da licei e istituti cittadini, che si sono ricongiunti a Piazza Verdi, dove era stato dato appuntamento per il concentramento.

Sullo striscione d’apertura si legge «Non siamo i vostri schiavi. Fedeli vai tu in alternanza». Tante le rivendicazioni portate avanti dagli studenti, nel mirino c’è l’alternanza scuola-lavoro, vista come uno sfruttamento legalizzato, l’aziendalizzazione e la privatizzazione delle scuole, il caro libri e il caro trasporti, lo smantellamento della scuola pubblica e, infine, i tagli al mondo della formazione.

«Il corteo studentesco di oggi – afferma Luisa, studentessa del coordinamento Studenti medi del Regina Margherita – lanciato poco più di un mese fa sui social dal gruppo Facebook Studenti Medi Palermo, è la prova più lampante di quanto noi studenti non ci stiamo alle regole dettate dall’alto. Non vogliamo l’alternanza scuola-lavoro, ovvero stage e tirocini dentro le aziende che non vengono retribuiti e che sottraggono ore alla didattica. Questo strumento ha come unico obiettivo quello di abituare le future classi lavoratrici alla precarietà a partire dai banchi di scuola: lavoro a costo zero messo a disposizione delle aziende togliendo ore alla formazione, giustificato con un semplice “fa curriculum”». 

«Non sono queste le uniche criticità che abbiamo riscontrato – continua Mattia, studente del coordinamento Studenti medi del Finocchiaro Aprile -. Anno dopo anno andare a scuola diventa sempre più un lusso: libri di testo dai costi altissimi che dopo pochi anni vengono aggiornati costringendoci all’acquisto di questi; mezzi pubblici di trasporto a pagamento e non accessibili a tutti. Per di più, le nostre scuole ci crollano addosso, ci mancano i servizi necessari a svolgere le basilari ore di lezione e il governo ci sfrutta per lavorare gratuitamente per aziende multimiliardarie». «Siamo la generazione sfruttata – continua Annalisa, studentessa del Benedetto Croce, anche lei del coordinamento studenti medi – che anche quest’anno è pronta ad alzare la testa e a mobilitarsi contro il governo Gentiloni e contro una scuola sempre più di classe, che vuole inserire sempre di più gli studenti all’interno di circuiti di competitività e sottomissione. Noi non ci stiamo, non retrocederemo».

Il fronte della protesta non ha risparmiato neanche l’università, dove si è tenuta un’assemblea di ateneo nei locali della facoltà di Lettere e Filosofia, promossa da studenti e docenti, contro le politiche del Miur e contro il de-finanziamento dell’Ateneo palermitano. Hanno partecipato al momento assembleare circa un centinaio tra docenti e ragazzi che hanno discusso le difficoltà vissute a causa dei continui tagli ai finanziamenti previsti per gli Atenei del Sud.

«Gli interventi di oggi – afferma Gianmarco, studente di Ingegneria – mettono a critica l’abbassamento progressivo della qualità della ricerca, della didattica e dell’offerta formativa, la totale mancanza di servizi, la diffusione esponenziale delle forme di precariato e la riduzione dei docenti di ruolo; la diminuzione delle risorse per borse di studio e alloggi per studenti fuori sede. Queste sono solo alcune delle dirette conseguenze delle politiche di tagli che da anni il ministero dell’Istruzione dell’Università e della ricerca porta avanti. Condizioni che ogni anno costringono migliaia di giovani ad emigrare al Nord alla ricerca di Università che offrano maggiori possibilità di accesso, un’offerta formativa apparentemente migliore e più chance di trovare un posto di lavoro all’altezza degli standard imposti». 

«Durante l’Assemblea – continua Silvia, studentessa di Servizio Sociale – molti sono stati gli interventi che hanno ripreso le ragioni che hanno portato i docenti di tutta Italia (quindi anche quelli palermitani) ad aderire allo sciopero degli appelli della sessione di esame autunnale, indetta dal Movimento per la dignità della docenza universitaria. Si è specificato, infatti, come questo sciopero non abbia avuto come obiettivo solo il riconoscimento delle classi e degli scatti stipendiali ai fini giuridici, ma anche quello di mettere in discussione l’assetto generale dell’Università Statale prodotto dalla riforma Gelmini».

«Infine – afferma Sara, studentessa di Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale – abbiamo ragionato su come continuare il lavoro di contro-informazione e sensibilizzazione di docenti e studenti dell’Università di Palermo, al fine di continuare la mobilitazione contro il costante de-finanziamento a cui l’Ateneo è sottoposto. Proprio per questo, abbiamo deciso di scrivere un documento rappresentativo delle istanze portate in assemblea, indicendone un’ulteriore assemblea di Ateneo per mercoledì 18 ottobre.”

«Anche gli studenti di Scienze Politiche – afferma Andrea, studente di Servizio Sociale – sono intervenuti leggendo un comunicato, scritto per prendere posizione rispetto ai disagi che ancora oggi sono costretti a subire per l’inadeguatezza dei locali del Colleggio San Rocco, tuttora un cantiere aperto. Si è anche unito a noi il corteo degli studenti medi, partito questa mattina da piazza Verdi. L’Assemblea tutta, infine, ha approvato la proposta di una giornata di lotta comune venerdì 13 ottobre, con manifestazione di studenti medi ed universitari».

Redazione

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