Tornano i volantini con le offerte di lavoro full time Dietro gli annunci ancora i prodotti per il benessere

«Ho 58 anni, ma mi sento ancora un leone». Si presenta così il mio sponsor. Si chiama Mario, assicura di guadagnare mediamente 700 euro al mese e di essere in procinto di ampliare il raggio d’azione con la costituzione di un proprio team. Quindici giorni fa, la stessa opportunità si era presentata davanti a un altro collega di MeridioNews: d’altronde bastava seguire i bigliettini lasciati sulle auto in sosta, con la promessa di lavori part-time o full time. In realtà vendite passaparola di prodotti Herbalife, per la delusione di quanti si trovavano al colloquio. Dopo la pubblicazione di quell’articolo, l’ufficio stampa dell’azienda aveva inviato una rassicurante nota: «Ringraziamo per la segnalazione del comportamento del distributore e informiamo che il dipartimento etico di Herbalife ha provveduto a contattarlo». Neanche due settimane dopo, ecco ricomparire bigliettini simili, con le stesse promesse, ma un diverso numero di telefono. Sarò stato più fortunato del collega?

Quando Mario prende la parola, gesticolando con piglio autorevole all’interno di abiti che rilanciano l’immagine di self made man, non so ancora che è stato lui a strizzarmi l’occhio dal parabrezza di una Panda nel centro di Catania. Il micro-volantino appuntato a tappeto in tutte le auto della zona riportava il suo numero di cellulare. Ma anche questo lo scoprirò soltanto alla fine, quando sarò l’unico ad alzare la mano alla domanda: «C’è qualcuno che è stato invitato da Mario?». Mi trovo al primo piano di un palazzo di via Don Luigi Sturzo, negli uffici di HerbaLife. La scelta di prendere parte non è stata del tutto consapevole. Anche stavolta ci siamo chiesti cosa si celasse dietro l’annuncio riguardante l’«opportunità di lavoro o di un guadagno extra part time o full time», con la promessa di non ritrovarsi a fare il porta a porta e, soprattutto, la garanzia di «ottimi guadagni immediati». E un adeguato alone di mistero sull’identità dell’offerente.

La convocazione è per le 19 di lunedì. Considerata la richiesta di puntualità, decido di presentarmi qualche minuto in anticipo. Una decisione non originale: davanti al portone, subito prima di me, ci sono tre persone. Due uomini e una donna, sfiancati dal caldo. «Ma di nuovo qua siamo?», chiede uno. «Eh, ormai vediamo», è la risposta. La sensazione è che anche per loro l’eterno ritorno non sia volontario. Arrivati nella sala d’attesa, un uomo dietro a una scrivania chiede nome, cognome e numero di telefono. Per la prossima ora, sarò Francesco. Il tempo di registrarmi e di apprezzare l’aria condizionata, che al bancone arriva un volto conosciuto. Si tratta di un ex calciatore capace di arrivare persino a calcare i campi professionistici, ma che oggi è alla ricerca di un’entrata in più. «Soltanto con lo sport non è semplice», mi dice, orgoglioso del fatto di essere stato riconosciuto.

Poco dopo, concluso il check-in, veniamo invitati a prendere posto nella sala adiacente. La scena è la stessa della scorsa volta: parte il video di presentazione in cui viene ripercorsa l’ascesa dell’azienda e le prospettive future del network marketing. Poi è la volta delle presentazioni, rigorosamente in scala gerarchica. Da chi si trova ancora ai livelli più bassi – non chiamatela piramide, perché è fuorviante e nessuno guadagna per il solo fatto di portare nuovi membri nella famiglia HerbaLife – a chi invece, grazie a un’attività ultra-ventennale, afferma di vantare introiti annuali che farebbero invidia a molti manager. Al netto di qualche tentennamento quando c’è da parlare nella fase introduttiva – «oggi vengono distribuiti prodotti diciamo con vitamine, proteine, prodotti bio… non mi viene il termine», dice una donna a inizio dell’incontro – le esperienze di tutti sono legate da un comune filo: una perdita di peso e benefici non solo per la salute ma anche per il portafogli. C’è così la maestra d’asilo, l’ingegnere informatico e l’ex insegnante di fitness che raccontano di guadagnare dai 300 ai 700 euro al mese, con un impegno nella ricerca di clienti e potenziali nuovi distributori – da cui ottenere le royalties previste dalla normativa – che non supera le quattro ore a settimana, ma anche l’ex dipendente del call center che ha deciso di rinunciare al contratto a tempo indeterminato e oggi guadagna non meno di 1500 euro mensili. A passarsela meglio, ma con una presenza da distributore che affonda le radici negli anni Novanta, c’è l’ex benzinaio, già presente la volta passata e che oggi sostiene di portare a casa una media di quattromila euro al mese.

Infine tocca a un uomo di origini calabresi che vanta un livello molto più alto degli altri, con una struttura di migliaia di distributori che si dirama anche all’estero, e gli garantisce un guadagno di non meno 20mila euro al mese. «Ho iniziato quando raccoglievo arance d’inverno, mentre d’estate montavo palchi per le serate. Non ho mai amato studiare, avevo la licenza media. Poi mio fratello mi ha coinvolto e ci sono andato, senza essere diffidente né credulone. Oggi viaggio in tutto il mondo, perché il network marketing è un’opportunità meritocratica», racconta, riuscendo a fatica a contenere una donna sulla sessantina che, berretto da baseball in testa, lo interrompe di continuo. «Signora, se lei vuole sapere sulla mia vita privata, c’è internet. Non può interrompere di continuo, non so voi ma io do valore al mio tempo», la zittisce in una circostanza. Nonostante tutto, l’intervento arriva alla sua conclusione. 

L’ultimo a intervenire è un 18enne, interessato ma con una buona dose di dubbi e la speranza che qualcuno glieli chiarisca. Alza la mano e mette giù alcuni numeri che, secondo i suoi calcoli, rendono difficile una reale crescita dentro l’azienda. «Futuribilità? Si vede che sei uno che studia. Tu mi devi dire se sei interessato a guadagnare cinquecento euro al mese. Io capisco che sei curioso, ma magari fai tutte queste domande e poi non fai nulla. Comincia a collaborare e guadagnare, poi se vuoi capire come funziona il network marketing vai su internet. Lì ti spiegano tutto», ribatte il distributore calabrese. Dopo avere risposto all’ultimo invito all’applauso, sarebbe il momento di parlare con la persona che ci ha convocati. Io però chiedo del bagno e mi faccio strada verso l’uscita. Mario dovrà attendere la prossima volta per allargare il suo team.

Per me mai più bigliettini insomma. Herbalife contatterà anche stavolta il suo distributore? «L’azienda si dissocia nuovamente dalla metodologia di approccio di questo distributore – fanno sapere dall’ufficio stampa – Il primo intervento dell’azienda ha portato a uno stop, anche se breve, della distribuzione di questi biglietti, che non ci risultano in altre parti d’Italia. Come già fatto in precedenza, il dipartimento etico prenderà provvedimenti come previsto dalle linee guida dell’azienda».

Simone Olivelli

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