Dopo i lavori di bonifica e sgombero del 2011 e la chiusura delle principali entrate, il palazzo di cemento – lo storico edificio comunale in passato centro nevralgico della criminalità organizzata nel quartiere Librino – torna nel mirino delle forze dell’ordine. Ieri pomeriggio la polizia ha perquisito lo stabile trovando cinque fucili, quattro pistole cariche e munite di silenziatori, 400 cartucce di vario calibro e munizioni anche per Kalashnikov, il fucile d’assalto meglio noto come Ak-47. Oltre alle armi, grazie all’impiego di cani antidroga, sono stati rinvenuti 18 chili di marijuana avvolta in panetti da un chilo ciascuno pronti per essere immessi nel mercato.
Per gli uomini della polizia è stato difficile entrare all’interno della struttura. Infatti, sono ancora presenti gli sbarramenti posizionati dal Comune al momento dello sfratto degli abitanti del palazzo di cemento. La chiusura, però, non è evidentemente efficace. Da tempo i residenti che vivono nei dintorni di viale Moncada 3 chiedono la messa in sicurezza dello stabile che, oltre a continuare a essere sfruttato come deposito di armi e droga, costituisce ancora un pericolo anche per via delle precarie condizioni strutturali. Come denunciato a ottobre, quando un ragazzino è caduto in una voragine nello spiazzo antistante l’edificio, la scala è accessibile, così come linterno dello stabile, nonostante lo sgombero degli abusivi e i lavori eseguiti subito dopo dagli operai inviati dal Comune.
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