Tony Drago, autopsia dopo riesumazione del cadavere Legale: «Lesioni sono incompatibili con ipotesi caduta»

«Tony Drago prima di morire è stato massacrato». Una affermazione forte che lo è ancora di più perché a essere in grado di poterla sostenere è l’avvocato Dario Riccioli, legale della famiglia del giovane caporale siracusano trovato morto la notte del 6 luglio 2014 nel cortile della caserma Sabatini di Roma, alla luce dei riscontri dell’autopsia svolta sul cadavere del ragazzo riesumato.

Al confronto con la perizia medico legale «regge la nostra tesi delle multilesività diffusa sul corpo di Tony Drago – afferma Riccioli a Meridionews – che è incompatibile con la sola precipitazione». Fratture al cranio, alla parte toracica, costale e sternale, costole rotte, la colonna vertebrale rotta e disarticolata, e sterno spezzato. «In particolare, questa lesione allo sterno – precisa il legale – non era stata riscontrata all’epoca della prima autopsia e questo è un dato importante perché lo sterno è uno delle ossa più resistenti di tutto il corpo ed è spezzato, non semplicemente lesionato o scheggiato». Quella del medico del Policlinico Gemelli di Roma era stata considerata una perizia lacunosa in cui non venivano presi in considerazione diversi elementi importanti, fra cui i segni su collo e schiena o gli esami istologici e tossicologici.

Lunedì 31 ottobre, a Roma, ci sarà la parte cinematica della perizia che servirà a verificare se le dinamiche che hanno portato alla morte del caporale sono compatibili con una precipitazione. «Stando agli elementi in nostro possesso – afferma l’avvocato – Tony non è certamente precipitato dalla finestra del secondo piano della palazzina della caserma, ma saranno gli esiti delle due perizie messe a confronto a ricostruire la dinamica omicidiaria, in modo che sia compatibile con dinamica cinematica e lesioni». Le due fratture al cranio, una nella parte frontale e una in quella posteriore, per esempio «non solo sono incompatibili fra di loro – conferma Riccioli – ma risultano incompatibili con la caduta, salvo voler sostenere che Tony Drago una volta precipitato al suolo abbia rimbalzato come se fosse una palla pazza. Tutto è incompatibile con la precipitazione tranne la frattura frontale del cranio, ma è vero – aggiunge – che questa potrebbe essere compatibile con molte altre situazioni».

Mentre continuano le indagini sugli otto militari indagati, bisognerà aspettare la conclusione delle perizie dell’incidente probatorio per accertare le cause e le modalità della morte di Tony Drago. «Per me è stata una esperienza atroce e traumatica – conclude l’avvocato – e non immagino quanto deve esserlo stato per la madre che avrà come ricordo del figlio anche questo della riesumazione».

Marta Silvestre

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