«Non ci interessa la repressione fuori da ogni controllo. I controlli devono essere fatti per garantire chi è in regola ed essere imprenditori sani e in regola non vuol dire che non si possano fare errori di percorso, in buona fede». Dopo le proteste e gli sfoghi affidati a Facebook dai titolari di locali sanzionati, Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, prende posizione. Per il numero uno dell’associazione che riunisce i commercianti «una cosa è verificare e sanzionare, se è il caso, quelli che incorrono in errori in buona fede, perché magari sono sopraggiunte altre norme e non si è avuto il tempo di adeguarsi, altro – spiega a MeridioNews – è una città con, da un lato, chi sta alle regole e magari alle volte subisce comportamenti pregiudizievoli delle forze dell’ordine e, dall’altra parte, delinquenti che non si vogliono o non si sanno affrontare. E’ più facile fare azioni di repressione a persone perbene che, comunque, stanno facendo impresa, altro è andare a sanzionare gente che di fatto può essere abusiva o delinquenti».
La rabbia negli ultimi giorni corre su Facebook. Post e provocazioni nel tentativo di attirare l’attenzione degli amministratori, dei cittadini e di chi dovrebbe “tutelare” gli imprenditori. Gli ultimi locali multati e chiusi, in ordine di tempo, sono il pub Antiruggine di piazzetta Bagnasco, che ieri sera ha riaperto dopo 5 giorni di chiusura coatta, e il Basquiat che da venerdì rimarrà chiuso a seguito dei controlli della polizia municipale. Perché il regolamento prevede che la chiusura parta dal primo venerdì utile, giorno in cui è prevista più affluenza.
Ormai la frase «Necessari controlli per garantire chi opera nelle regole» è diventata quasi uno slogan della presidente di Confcommercio, che precisa: «Anche chi opera nel settore vuole i controlli, ma adesso sembra un paradosso e sanzionare in un momento come questo è quasi uno spreco. Sembra non si guardi al vero problema dell’abusivismo. Se lo avessimo risolto allora non ci sarebbe nulla da dire, ma c’è ancora tanto da fare e non riesco a capire la priorità dell’utilizzare le poche forze a disposizione per andare a trovare molto spesso il pelo nell’uovo».
E per dimostrare la vicinanza ai soci imprenditori, Confcommercio darà loro consulenza gratuita. «Abbiamo già parlato col nostro studio convenzionato per dare assistenza ai nostri soci – spiega Di Dio -, così da verificare anche se ricorrano le condizioni per potere fare ricorso ai verbali elevati o se sia possibile difenderli nel caso di atteggiamenti oggettivamente sanzionatori. Si tratta di un rispetto delle regole a tutto tondo, di correttezza nell’operare». Per la presidente di Confcommercio, però, «non sono accettabili provocazioni da parte di titolari come quelle lette qualche giorno fa sui social in cui si diceva “W La Mafia”. Va trovato un altro modo, ma ciò non toglie – assicura – che sono dalla parte di chi è esasperato, di chi pensa di aver subito un torto».
Per lo stesso motivo la leader di Confcommercio spiega di non poter rimanere «indifferente» rispetto allo sfogo del gestore del locale Basquiat Cafè di piazza Sant’Oliva, che «decide di vendere esasperato da un inasprimento sanzionatorio, che mette a dura prova le imprese. Ma non bisogna arrendersi».
La lotta agli abusivi è un obiettivo di Confcommercio. «Io voglio che si colpiscano assolutamente» aggiunge, spiegando, però, che «per chi lavora in questo settore le norme sono quasi un parossismo della burocrazia». «Una cosa è certa – conclude Di Dio -: non possiamo lasciare che ci siano due pesi e due misure. C’è bisogno di tolleranza, si può incappare in errori, in imperfezioni, non bisogna accanirsi con chi cerca di rispettare le regole. Lo Stato e la sua presenza sono importanti. Bisogna trovare il sistema per difendere le nostre imprese, sempre nel rispetto di ciò che prevedono le norme». E le norme che entreranno in vigore il 3 luglio, fino al 30 settembre 2015, sono fatte, come si legge nella nuova ordinanza sindacale, per «inasprirel’attuale sistema sanzionatorio, a salvaguardia degli interessi dei cittadini alla salute ed al permanere delle condizioni minime di vivibilità nei quartieri residenziali ad alta densità».
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