Una lunga fila di autocompattatori provenienti da Cerami, Modica, Giardini Naxos. Una scena comune per quanti ogni giorno transitano sulla statale Catania-Paternò. E una vista angosciante per i cittadini di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco costretti a fare i conti con una discarica da due milioni e mezzo di metri cubi di proprietà della Oikos spa incastrata nella valle dei Sieli, a poche centinaia di metri dai due Comuni dell’hinterland. Oggi il comitato che li raduna ha bloccato uno degli ingressi all’impianto procurando anche qualche rallentamento alla normale circolazione.
Il via vai di mezzi si è interrotto per poco meno di un mese, quando il sito in contrada Tiritì è stato dichiarato esaurito, ma è ripartito a sorpresa lunedì scorso. L’ampliamento nell’attigua contrada Valanghe d’inverno, contro il quale da mesi si batte il comitato, ha ricevuto il via libera ai primi conferimenti nonostante tra pochi giorni, mercoledì 29, sia prevista la discussione all’Assemblea regionale siciliana di un provvedimento di revoca delle autorizzazioni. Gli abitanti lo avevano promesso: «Siamo pronti ad atti eclatanti per affermare le nostre ragioni, non ci rassegniamo ad essere la pattumiera di tutta la Sicilia». Stamattina hanno dunque sbarrato l’accesso a tutti gli autocompattatori e a qualsiasi mezzo Oikos. Compresa l’auto personale di Salvatore Proto, capo della famiglia che controlla la ditta proprietaria del mega-impianto. Qualche minuto di stallo, poi la vettura è stata costretta a fare marcia indietro tra gli applausi dei cittadini.
Qualche momento di attrito con gli autisti dei mezzi fermati, molti dei quali provenienti da fuori dalla provincia catanese e con qualche automobilista impaziente. E durante la manifestazione c’è stata una piccola appendice della campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Catania. Uno dei candidati, Tuccio D’Urso, è stato fischiato dai cittadini quando ha fatto la sua comparsa con caschetto giallo d’ordinanza. E santini elettorali alla mano. «Lei si sta facendo la campagna elettorale!», «Siamo stanchi di chi viene qui solo per cercare voti», «Vergogna», urlano da più parti i manifestanti. Rapidamente l’aspirante sindaco ammette l’errore e prova a riconciliarsi con i membri del comitato. Che però archiviano in fretta la sua comparsa.
Adesso tutti gli occhi sono puntati su Palermo e sulla decisione che il governo di Rosario Crocetta prenderà. Invocato in uno dei manifesti («Non turarti il naso», è l’invito) i cittadini hanno anche cercato un contatto diretto con il governatore. Ieri una delegazione era presente nella vicina Belpasso, dove l’ex sindaco di Gela avrebbe dovuto concludere un comizio per le elezioni locali. Ma la lunga attesa è stata inutile; non meglio specificati problemi di sicurezza hanno tenuto lontano Crocetta da mottesi e misterbianchesi che, dal canto loro, saranno sicuramente presenti mercoledì all’Ars.
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