A Catania è il momento d’oro dei pacchi bomba. Dopo quello fantasma all’azienda sanitaria provinciale in via Santa Maria La Grande e il libro esplosivo di via Etnea, ieri è stato il turno della valigia sospetta in via Zaccà, una traversa di via Umberto. La zona è sempre la stessa, il risultato pure: tutti fermi col fiato sospeso per un paio d’ore, finché gli artificieri dei carabinieri non risolvono il problema, dimostrando che si tratta di un falso allarme.
A far scattare le ultime operazioni in ordine di tempo ci ha pensato la telefonata allarmata di un cittadino all’Arma, intorno alle 17. A destare i sospetti del catanese, un trolley grigio abbandonato nel sottoscala del civico 7 della via che prende il nome dal noto imprenditore etneo. Da piazza Umberto a via Etnea la circolazione viene interrotta, abitanti e negozianti vengono fatti allontanare, le saracinesche si abbassano e l’area viene delimitata col nastro rosso e bianco. Neanche a dirlo, la folla si accalca per vedere la scena, mentre i vigili urbani tentano senza successo di evitare che tutti si fermino. La voce si sparge in fretta, i cellulari cominciano a riprendere le forze dell’ordine all’opera. Intorno alle 18.20 arriva il camioncino del nucleo artificieri, con robot detonatore al seguito: «Meglio lui che una persona, no?». Di tensione e nervosismo, però, non c’è neanche l’ombra: «Le segnalazioni di questi giorni sono frutto dell’allarmismo che s’è creato attorno alle bombe affermano, infastiditi, alcuni agenti Se ogni giorno i media parlano di esplosioni o possibili tali è normale che la gente veda congegni esplosivi ovunque».
Anche nella posta da consegnare o nelle valigie abbandonate. «C’è una valigeria a pochi metri dal luogo in cui si trova l’oggetto segnalato continua un poliziotto Magari è solo che qualcuno ha comprato una valigia nuova e ha pensato di disfarsi di quella vecchia in mezzo alla strada». Alle 18.30 un forte scoppio avverte che il trolley sotto accusa è stato fatto brillare. «Era vuoto, completamente vuoto». Allarme rientrato per la terza volta in due settimane.
«A saperlo neanche chiudevamo», si lamenta una commerciante, mentre le forze dell’ordine sgombrano il campo e la viabilità torna lentamente alla normalità. Un folto gruppo di catanesi, però, resta immobile a osservare le ultime operazioni degli artificieri che caricano nel camioncino il loro materiale. Un agente della polizia municipale li invita a disperdersi, ma viene ignorato. A sbloccare la situazione ci pensa un anziano signore: «Macari ‘stu film nu vistumu, ni ‘nni putemu iri», dice in dialetto. «Anche questo film l’abbiamo visto, possiamo andarcene».
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