Terremoto, Musumeci riferisce all’Assemblea Regionale «Danni per 200 milioni, mettere in sicurezza le scuole»

Sono già circa 2.300 le richieste di sopralluogo, dopo il terremoto che ha colpito nella notte tra il 25 e il 26 dicembre sette Comuni pedemontani all’ombra dell’Etna. Una «ennesima calamità» rispetto alla quale il governatore Nello Musumeci ha riferito gli aspetti principali all’Assemblea regionale siciliana, precisando che a seguito del sisma si sono attivate subito «la protezione civile, il servizio sanitario regionale, i vigili del fuoco, la prefettura, il corpo forestale, i Comuni, le forze dell’ordine, l’esercito, i volontari che ancora una volta si sono rivelati attenti e preziosi».

Nella sua lunga relazione, Musumeci ha precisato che «non è ancora possibile determinare l’entità dei danni che il sisma ha causato a edifici pubblici e privati» aggiungendo però che una stima approssimativa si aggira attorno ai 200 milioni di euro. «Nonostante l’intervento immediato dei tecnici – ha sottolineato – la ricognizione richiederà ancora diversi giorni».

«I Comuni colpiti – ha evidenziato il primo inquilino di Palazzo d’Orleans – hanno già una storia di attività sismica, su quel versante sono presenti diverse faglie e in una in particolare, a Zafferana, si è costruito anche fino al dopoguerra». Sono 601, in tutto, gli sfollati. Di cui 499 sono attualmente ospitati in strutture alberghiere «grazie alla convenzione – ha detto Musumeci – immediatamente stipulata tra Regione e Federalberghi, che ringrazio». Sono 109, invece, gli sfollati ospitati presso parenti. Dodici, in tutto, le chiese dichiarate inagibili, mentre il governatore ha annunciato che «il ministro dell’Istruzione ha anticipato 20 milioni di euro per intervenire sull’edilizia scolastica colpita dalle scosse».

Ma Musumeci guarda anche al futuro e annuncia le due iniziative adottate dalla giunta: l’ok al piano regionale straordinario antisismico e una nuova legge sulla protezione civile in Sicilia. Il piano, ha spiegato all’Aula, consentirà di «redigere una ricognizione degli edifici strategici (ospedali, scuole, caserme, municipi, prefetture) non a norma sotto il profilo antisismico». Ma ovviamente guarderà anche al resto. A cominciare dall’80 per cento degli edifici scolastici non a norma. «Buona parte degli edifici privati – ha ammesso – difficilmente resisterebbe a scosse oltre il livello di magnitudo 5».

E poi l’abusivismo. «Abbiamo verificato. Nei Comuni siciliani in questo momento sono depositate 43mila domande di sanatoria edilizia. Non possiamo far finta di niente, abbiamo il dovere di intervenire. Parliamo di una nuova stagione, è quello il nostro obiettivo. Per arrivare a domani con la certezza di avere adottato ogni atto per arginare gli effetti della natura».

Miriam Di Peri

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