Un’altra notte di paura per la popolazione del versante sud dell’Etna. Il sisma non ha esaurito la sua energia e proseguono le scosse, sebbene nessuna abbia raggiunto la magnitudo 4.6 dell’evento di domenica notte. Alle 23:08 di ieri un nuovo terremoto, stavolta 3.4, ha spinto la gente a riversarsi in strada fra Biancavilla, Adrano, Ragalna e Santa Maria di Licodia. Secondo le testimonianze si è trattato di una scossa «breve ma intensa», per fortuna senza gravi conseguenze.
Nella notte, però, il sindaco di Adrano Angelo D’Agate ha chiuso le scuole che finora erano rimaste aperte. A Santa Maria di Licodia, dove invece le lezioni non sono state bloccate, gran parte degli alunni non si è presentato in aula. Panico ma nessun danno e scuole regolarmente in funzione a Ragalna e Paternò, mentre a Biancavilla l’apprensione resta a livelli altissimi. In viale Europa l’asfalto si è crepato per un lungo tratto, a quanto pare proprio a seguito dell’ultima scossa. La circostanza è tutta da verificare. Via Mazzini, dopo il crollo di alcuni calcinacci da un vecchio edificio, è stata chiusa al traffico, mentre già ieri due famiglie sono state sgomberate dall’unico immobile, in via Ingiulla, reso totalmente inagibile dalla scossa più forte. Otto persone dormono da ieri al Centro operativo comunale di viale dei Fiori, in una tenda della Croce Rossa.
Il terremoto di ieri sera è stato localizzato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia a 1,3 chilometri a est di Biancavilla, a una profondità di circa 4 chilometri. Secondo gli scienziati l’attività sismica è connessa ai movimenti della faglia Vallone Licodia, attivata dalla risalita del magma nelle profondità del vulcano Etna.
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