Cinquanta euro a notte, pensione completa, e il 30 per cento in meno in caso di bambini fino ai 12 anni: è questo l’importo stabilito dalla convenzione stipulata tra i Comuni di Aci Catena, Acireale, Aci Sant’Antonio, Santa Venerina, Viagrande e Zafferana Etnea da una parte e Federalberghi Catania dall’altra. L’obiettivo è garantire l’accoglienza alle centinaia di persone sfollate dopo il terremoto del 26 dicembre. Per quanto tempo? «Fino alla durata della necessità», si legge nel documento, che stabilisce altresì che a pagare per gli sfollati sarà il dipartimento regionale di Protezione civile. Di numeri definiti è difficile averne: le richieste di intervento in abitazioni private sono circa 600 e i rilievi per stabilire quante abitazioni siano completamente inagibili hanno bisogno di un po’ di tempo. Nel frattempo, le strutture alberghiere disponibili si preparano ad accogliere chi non ha una casa. Anche nelle stanze lasciate vuote dai turisti che hanno deciso di cancellare le proprie vacanze.
«Le persone stanno assimilando una grande paura guardando i telegiornali. Questa mattina (ieri per chi legge, ndr), la prima cosa che hanno detto è stata “l’epicentro è Zafferana Etnea”. Ma non è così». A parlare a MeridioNews è Giuseppe Puleo, direttore dell’hotel Primavera dell’Etna di Zafferana, una delle strutture ricettive che hanno aderito alla convenzione. In uno dei Comuni più colpiti dal sisma, anche la sua struttura si è detta disponibile, con la prefettura di Catania, a ospitare le persone rimaste senza un tetto. L’epicentro del terremoto di magnitudo 4.8 avvertito ieri notte è localizzato tra Viagrande e Trecastagni, leggermente più a Sud di Zafferana. «Già stamattina (ieri, ndr) ho avuto una marea di cancellazioni dai turisti – continua l’uomo – Non verrà più nessuno». Il suo albergo, su 58 camere, ha registrato una quindicina di prenotazioni ritirate. Alle quali vanno aggiunge le persone che sono andate via in anticipo: «Ho avuto gente che dopo il terremoto ha pagato e se n’è andata. Sono letteralmente scappati: non è strano che le persone abbiano paura, ne ho anche io».
«Alcuni clienti sono andati via subito dopo il terremoto delle 3.19», racconta al telefono Carlotta Murabito, dell’agriturismo Fermata Spuligni, che la ragazza gestisce insieme al padre. Anche quello nel territorio di Zafferana Etnea. «Ci hanno detto che piuttosto che avere paura, preferiscono tornare a casa. Per carità, eravamo tutti spaventati», prosegue. «Se parliamo dei numeri delle cancellazioni di voli, sono stati piuttosto bassi», dichiara Nico Torrisi, presidente regionale di Federalberghi e amministratore delegato di Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania. «Sappiamo di vivere in una terra vulcanica e quindi sismica – riconosce Torrisi – Fa parte del gioco. Ma i danni per il turismo, anche se è ancora presto per quantificarli, ci sono».
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