Renato Schifani è convinto: entro la fine del 2023 arriveranno i tanto attesi poteri speciali che consentiranno al presidente della Regione Siciliana di accorciare l’iter burocratico e fare partire finalmente le procedure per la costruzione dei due termovalorizzatori di cui si parla dai tempi del governo guidato da Nello Musumeci. L’ultima dichiarazione è di ieri, con il governatore che annuncia un’accelerazione della discussione che dovrebbe, nelle mire del presidente forzista, ricalcare il percorso fatto tra governo nazionale e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Schifani parla di accordo con il ministro Gilberto Pichetto Fratin e di un emendamento che sarebbe già stato redatto dagli uffici di Palazzo d’Orleans. E in effetti sono dello scorso aprile gli ultimi contatti tra la Regione siciliana e Roma per ottenere il via libera, con un dossier finito sui tavoli ministeriali, che dovrebbe essere approvato dai due rami del parlamento. L’obiettivo è quello di pubblicare entro l’anno il bando di gara per la realizzazione dei due impianti, uno a Palermo e uno a Catania, che dovrebbero servire rispettivamente Sicilia Occidentale e Orientale.
Ma servirà anche un apposito decreto legge – a cui appunto farà riferimento l’emendamento -, che dovrebbe essere oggetto di discussione a palazzo dei Normanni dopo la pausa estiva, quindi entro fine settembre. Impresa tutt’altro che semplice, considerati i tempi dilatati con cui lavora il parlamento siciliano. Tempi che rischiano di fare slittare ancora l’avvio dei lavori e dunque l’operatività dei due termovalorizzatori, ce nelle rosee previsioni di Schifani sarebbero dovuti entrare in funzione nel 2027.
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