La politica come ufficio di collocamento. Quanto vale un voto in Sicilia? Un posto di lavoro in un supermercato, in un’impresa di pulizie, in un istituto di vigilanza privata, come corriere. È quel che viene fuori dall’operazione condotta dalla procura di Termini Imerese, che ha emesso 96 avvisi di conclusione indagini, un atto che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio per assessori regionali, deputati, sindaci e amministratori comunali. Al centro di tutto ci sono le elezioni comunali del 2017, che a Termini Imerese hanno visto trionfare Francesco Giunta, vincitore al ballottaggio per soli 125 voti e sostenuto da uno schieramento di centrodestra. Secondo l’accusa, però, quel risultato elettorale sarebbe frutto di voto di cambio.
A supportare l’attuale primo cittadino sarebbe stato uno schieramento politico variegato, che va dall’ex presidente della Regione Totò Cuffaro (scarcerato nel dicembre del 2015 dopo avere scontato una condanna a sette anni per favoreggiamento alla mafia) all’assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro, fino ai fratelli Caputo – il primo, Salvino, già sindaco di Monreale; il secondo, Mario, candidato come deputato regionale. Tutti avrebbero promesso assunzioni in cambio del voto. Ma non solo. Perché la politica a Termini Imerese, stando alla ricostruzione dei pm, sarebbe servita anche per altri tipi di servizi. Ad esempio per un trasferimento presso un’altra filiale di banca. Oppure per l’iscrizione alla facoltà rumena di medicina di Enna o in un corso di operatrice sanitaria. Favori, questi ultimi, promessi da chi avrebbe cercato voti per il sindaco Giunta.
Il primo cittadino dopo la sua elezione «avrebbe affidato il servizio di riscossione tributi del Comune di Termini Imerese all’impresa romana Novares Novares» e «a tal fine avrebbe inserito nel bando, tra i servizi che le imprese partecipanti dovevano svolgere, oltre al servizio di riscossione dei tributi, anche quello della gestione dell’impianto idrico comunale, con lettura dei contatori e bollettazione (che già rientravano tra i servizi dell’impresa romana Novares Novares)».
C’è il caso, poi, di un dipendente comunale al quale il sindaco e Salvino Caputo avrebbero promesso che, in caso di elezione di Giunta, sarebbe stato trasferito «dal museo alla biblioteca» e, per meglio farlo ambientare nel nuovo posto di lavoro, avrebbe pure ottenuto che dalla biblioteca comunale fossero trasferiti tutti i colleghi a lui non graditi. Il primo cittadino è indagato anche per peculato. L’accusa per lui è di aver utilizzato l’auto comunale e il relativo carburante per usi privati, come andare a un funerale o a un appuntamento. «Sono uomo delle istituzioni e ho piena fiducia nelle istituzioni – commenta il sindaco – Vivo, assieme alla mia famiglia, un momento doloroso ma sempre a fronte alta. Sono certo che il tempo ci restituirà la serenità che oggi ci manca».
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