Termini Imerese, incendiato parco giochi della villa Palmeri «Luogo abbandonato al degrado, ormai è terra di nessuno»

Un incendio, molto probabilmente di natura dolosa, è scoppiato ieri sera all’interno il parco giochi per bambini della villa comunale Palmeri, il giardino pubblico che si trova nella parte alta della città. All’interno della villa sono presenti anche edifici di epoca romana, risalenti al I secolo d. C., le vestigia della quattrocentesca chiesa di San Giovanni Battista e il campanile della stessa chiesa. 


La villa è il luogo dove i genitori portano ogni giorno, soprattutto le domeniche, i propri figli a passeggiare e divertirsi al parco giochi. Con il trascorrere degli anni, però, questo bellissimo giardino si è trasformato in luogo di degrado, diventando simbolo di atti vandalici e ritrovo di ragazzini per consumare spinelli e alcolici. «In un primo momento sono state uccise le oche, poi  è sparito il busto bronzeo di Palmeri, poi ancora le continue irruzioni notturne ed infine questo – ha commentato il consigliere comunale 5 Stelle Manuela Sinatra – Ormai la villa Palmeri è terra di nessuno». «Per due anni l’assessore con delega alle Ville ed ai giardini ha sempre dichiarato che fosse una delle priorità del suo mandato – ha aggiunto – compresa la sicurezza assicurata da videosorveglianza. Ecco oggi mi auguro che queste telecamere tanto decantate abbiano davvero funzionato e ne chiederemo conto. Al Commissario non resta che verificarne la funzionalità in modo da assicurare questi delinquenti alla giustizia il prima possibile. I termitani non possono tollerare ulteriormente atti come quelli di stanotte». 

Per il consigliere ed ex assessore Ville e giardini Lelio Minasola: «È un fatto assai grave. Di quelli che lasciano il segno, che non possono passare inosservati. Non penso si tratti di intimidazioni verso qualcuno piuttosto di un disagio diffuso tra le giovani generazioni, prive di senso civico e della benché minima educazione che esprimono la loro inquietudine con azioni delinquenziali. Sicuro – ha concluso Minasola – che le forze dell’ordine sapranno ben presto fare luce».

Mario Catalano

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