Termini Imerese sempre più orfana dei propri amministratori. Dopo le dimissioni del primo cittadino Salvatore Burrafato, che, conseguentemente, hanno portato allo scioglimento della giunta municipale formata dagli assessori Lelio Minasola, Donatella Battaglia, Paolo Cecchetti e Vincenzo Ingrassia – quest’ultimo ancora in carica in quanto vicesindaco – il consiglio comunale inizia a sgretolarsi.
Dalla maggioranza, sponda Partito Democratico, a presentare le proprie dimissioni sono stati: il consigliere, nonché capogruppo PD, Michele Longo, il consigliere Carmelo Sacco e il consigliere Antonio Urbano. «Ritengo dopo una lunga riflessione sofferta e travagliata di rassegnare le mie dimissioni, poiché in presenza di un commissario, viene meno quella rappresentanza democratica per la quale ci siamo presentati all’elettorato ricevendone il consenso, per questi motivi ritengo che sia esaurito per quanto mi riguarda il ruolo di consigliere comunale rassegnando le mie dimissioni e non per invito del partito ma per rispetto verso la cittadinanza termitana», queste le parole del capogruppo Longo.
«I recenti provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria nei confronti del Sindaco di Termini Imerese e le conseguenti dimissioni di quest’ultimo – ha scritto in una nota il consigliere Sacco – certificano al di là di ogni ragionevole dubbio la chiusura di una stagione politico-amministrativa per puntare con determinazione ad una nuova fase che abbia come riferimento le migliori energie per la nostra Comunità.Con le mie dimissioni dalla carica di Consigliere Comunale desidero contribuire e accelerare un percorso fatto di rinnovamento delle istituzioni locali».
Dimissioni non condivise da parte del Movimento 5 Stelle, rappresentato dai consiglieri Sinatra e Salemi, convinti che una scelta di questo genere non possa giovare alla città: «Apprendiamo dalla Presidenza del Consiglio che i consiglieri Sacco, Longo e Urbano si sono dimessi . Dimissioni motivate nel caso del consigliere Longo come mancanza di rappresentanza democratica al sopraggiungere del commissario. Ci domandiamo se una città governata fino ad ieri da una maggioranza dove il PD occupava ben quattro seggi possa permettersi tali scelte. Patiamo già la presenza di un commissario per il mancato bilancio, adesso ne arriverà uno che sostituirà la Giunta, le eventuali surroghe bloccheranno ulteriormente l’attività consiliare. Dimettetevi pure – hanno concluso i due consiglieri – ma non crediate che questo possa giovare a voi stessi o al partito che oggi ancora rappresentate».
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