Una svolta per far ripartire i complessi termali di Acireale e Sciacca? La Regione, insieme alla giunta guidata dal presidente Nello Musumeci, prova ad aprire la strada verso il rilancio di due storiche strutture, che da punto di riferimento per utenti e curiosi, oggi figurano nell’ampio elenco dei beni siciliani svuotati e lasciati corrodere dal tempo. Adesso, però, qualcosa sembra smuoversi. È dello scorso 14 maggio la delibera di giunta con cui l’assessore all’Economia Gaetano Armao propone al dipartimento delle Finanze di «porre in essere i necessari adempimenti al fine di rendere possibile l’esecuzione di interventi strutturali urgenti e indifferibili». Una richiesta economica per rimettere a punto il prima possibile entrambe le strutture in vista di investitori interessati. E i soggetti pronti a comprare le Terme ci sarebbero.
A farsi avanti, infatti, è stato l’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro (Inail), come conferma la vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana Angela Foti. «L’Inail ha provato a mettersi in contatto con gli amministratori delle Terme già da tempo – spiega la deputata – Ma hanno contattato i commissari liquidatori, invece che passare prima dalla Regione, così si è perso qualche mese. Le strutture, sia quelle di Acireale che di Sciacca, versano in condizioni disastrose. E questo fa rabbia perché, se non fossero in questo stato, avremmo potuto subito cavalcare quest’opportunità».
Nei piani di Armao c’è l’intenzione di avviare i lavori di sistemazione a partire dagli edifici storici. Nel frattempo, sulla scia di una valutazione dei danni, l’assessorato si pone l’obiettivo di riattivare gli impianti attraverso risorse extra regionali. «Questa è un’occasione da sfruttare – continua Foti – Le cure termali potrebbero essere un beneficio per molti utenti, lavoratori compresi, ma sarebbe anche un modo per puntare sul turismo interno. Questo passo della Regione – commenta la deputata – arriva e dimostra quanto poco si era fatto con il precedente governo di Rosario Crocetta, quando le mie richieste sull’argomento non furono del tutto accolte». Il progetto di messa a punto dei locali dovrebbe riguardare innanzitutto l’installazione di nuovi infissi, la tinteggiatura e un nuovo impianto elettrico. «Al momento, il posto è impraticabile – sottolinea Foti – e necessita pure di una scerbatura, vista l’erba alta e il rischio di incendi».
Il prossimo passo per i due complessi termali siciliani è quello della progettazione degli interventi da parte della Regione, in modo da poterle fare gestire ai privati. E se da un lato le nuove notizie lasciano ben sperare, per le Terme di Acireale rimangono i debiti da saldare con le amministrazioni pubbliche. Dopo il fallimento decretato dalla Regione negli anni Duemila e un tentativo di privatizzazione nel 2010 con l’istituzione di Terme Spa – anche questa andata in fallimento – l’anno scorso, la giunta Musumeci ha acquistato di nuovo l’hotel Excelsior e il complesso polifunzionale per poco più di 9 milioni di euro, estinguendo le passività coi privati. I commissari liquidatori che si stanno occupando di chiudere le trattative e di sanare la situazione debitoria di Terme Spa, adesso devono risolvere le pendenze col Comune di Acireale per alcune tasse non pagate negli anni. Da quanto affermato da Francesco Petralia, uno dei liquidatori, è avviata la trattiva per concedere ad Acireale lo stabilimento dell’ex acque Pozzillo, nell’omonima frazione acese. Lo stabilimento, che dal 1958 era stato concesso ai privati dopo una convenzione, adesso passerà nuovamente nel patrimonio delle Terme.
«Il tribunale ha dato ragione all’appello che avevamo fatto – precisa Petralia – Con lo stabilimento di Pozzillo potremmo chiudere il debito col Comune. Tuttavia, per estinguere la situazione debitoria, rimane da rimborsare la Regione siciliana per gli stipendi dei dipendenti che, negli anni scorsi, Terme Spa non ha potuto pagare». Ma la lista non è finita. Nell’elenco dei punti irrisolti c’è anche il capitolo della riunificazione del vasto patrimonio delle Terme che, oltre all’Excelsior e il complesso Polifunzionale, conta anche gli impianti di Santa Venera e Santa Caterina, sui quali vigono ancora i vincoli di usufrutto da estinguere per poter passare definitivamente in possesso della Regione.
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