Terapia genica ridà speranza ai malati di Sma «Cura sostenuta dal servizio sanitario nazionale»

Una nuova speranza per le persone affette da Sma, atrofia muscolare spinale, arriva dalla terapia genica. Il tema è stato al centro del webinar SMAday – Rivoluzione terapeutica in neurologia, organizzato dal professor Giuseppe Vita dell’Università di Messina, con il contributo non condizionato di Novartis Gene Therapies. Il confronto telematico si è svolto venerdì e ha visto gli esperti condividere informazioni e novità sulla terapia genica per la Sma, una malattia genetica che causa la perdita dei motoneuroni e la comparsa di debolezza e atrofia muscolare progressiva, soprattutto a livello degli arti inferiori e dei muscoli respiratori.

«Esistono più forme della malattia – ha spiegato il professor Vita – La forma di tipo 1 è la forma più grave, compare entro i sei mesi di vita e compromette l’acquisizione delle capacità motorie, la respirazione e la deglutizione. In assenza di cure, la sopravvivenza di questi bambini, nel 90 per cento dei casi, non raggiunge i 20 mesi. Le forme di tipo 2, 3 e 4 sono progressivamente meno severe e con un esordio in epoca più tardiva». Fino a poco tempo fa, il trattamento della Sma era esclusivamente sintomatico, basato su approcci multidisciplinari e finalizzato a migliorare la qualità di vita dei pazienti. La situazione sta ora cambiando radicalmente: un farmaco è già disponibile e altri stanno entrando in commercio. Nel webinar si è parlato della terapia genica che va alla radice del problema perché introduce il gene sano che va a sostituire il gene malato e produce la proteina mancante che è causa della malattia. I risultati dei primi studi effettuati dimostrano l’efficacia della terapia. I primi bambini trattati hanno adesso una sopravvivenza superiore ai 4 anni e quasi tutti sono in grado di camminare in modo autonomo.

«Il concetto base di questa strategia terapeutica è di fornire all’organismo una copia corretta del gene difettoso o un altro gene che possa compensarne il malfunzionamento nelle cellule colpite dalla malattia – prosegue Vita -. Questa tecnica prevede l’inserimento del gene sano all’interno di un vettore, generalmente di origine virale. Il vettore viene creato modificando un virus che ha la capacità di entrare dentro le cellule. Il virus trasporta il gene terapeutico e in questo modo si può fornire alla cellula la versione corretta di un gene alterato che causa una determinata malattia genetica». Il direttore del Centro Nemo Sud sottolinea che «la terapia genica è però diventata una terapia disponibile ed efficace ancora per poche malattie, come per esempio una forma particolare di malattia del sistema immunitario, l’immunodeficienza Ada-Scid, nota anche come la malattia dei bambini nella “bolla” e la distrofia retinica, malattia ereditaria che può portare alla cecità. Recentemente, la terapia genica sta diventando una realtà per i tumori, come per alcune leucemie e alcuni linfomi».

Per curare la Sma nel 2017 è entrato in commercio il primo farmaco specifico, il nusinersen «che è in grado di agire sui meccanismi patogenetici della Sma, in particolare sul Rna messaggero, che porta le informazioni dal Dna ai siti della sintesi delle proteine, e per questo motivo ha cambiato radicalmente la storia della malattia – prosegue Vita -. Per la prima volta sono stati osservati miglioramenti significativi nello sviluppo motorio e nella riduzione del rischio di morte nei bambini. Il farmaco viene somministrato per via intratecale (con una puntura lombare) con quattro dosi di carico nei primi due mesi e poi una puntura ogni 4 mesi. Un altro farmaco che è prossimo ad entrare in commercio – spiega il professore – è il risdiplam, che agisce in modo simile al nusinersen, ma può essere somministrato per via orale con dose giornaliera. La terapia genica per la SMA rappresenta un ulteriore passo avanti nel trattamento della malattia, perché si tratta di una somministrazione one shot, cioè una somministrazione endovenosa di un’ora che rimarrà l’unica e sola nella vita, e riesce a modificare il Dna percè agisce alla radice del problema».

II farmaco sarà disponibile all’inizio solo per la forma più grave della Sma, ma in un prossimo futuro potrà essere utilizzato anche in altre forme meno severe. «L’approvazione dell’AIFA è prossima e naturalmente il costo notevole del farmaco sarà coperto dal servizio sanitarionazionale». Il Policlinico di Messina sarà l’unico centro del Sud Italia a somministrare il farmaco, per questo motivo, nel corso del webinair, sono state discusse tutte le fasi di preparazione e somministrazione della terapia, in totale osservanza delle norme di biosicurezza. Lo studio della terapia genica ha coinvolto 16 centri in otto paesi Europei. In Italia hanno partecipato quattro Centri: il Gaslini di Genova, il Besta di Milano, il Gemelli di Roma e il Policlinico di Messina.

Simona Arena

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