Tentato omicidio al Castello Ursino, un arresto Testimoni: «Si è trascinato qui colando sangue»

«Ero qua fuori che stavo apparecchiando, ho sentito sparare. Un altro po’ e mi prendevano». Uno dei camerieri del locale La fortezza, di piazza Federico di Svevia, è ancora scosso. Mentre apparecchiava i tavoli per l’inizio della serata – erano circa le 18.30 – Angelo Sciolino, pregiudicato di 29 anni, gli è quasi finito addosso con un motorino Honda Sh bianco. Era stato da poco raggiunto da diversi colpi di pistola al volto e al collo, ma i proiettili lo hanno trapassato. Indossava il casco e non è in pericolo di vita, mentre una decina tra familiari e amici attendono notizie davanti all’ingresso del reparto di emergenza dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania. Per il suo tentato omicidio è stato fermato un ragazzo di 17 anni, preso con un’arma a poca distanza dalla scena del crimine. In base alle prime informazioni, il movente degli spari sarebbe da ricondursi a questioni personali legati a criminalità di quartiere.

Nel frattempo alle spalle del Castello Ursino si ripuliscono le macchie di sangue. I testimoni raccontano che Sciolino stava guidando il suo ciclomotore quando qualcuno, non è chiaro se a bordo di un’auto o di un altro scooter, lo avrebbe avvicinato esplodendo contro di lui almeno quattro colpi di arma da fuoco. «Lui è arrivato con il motorino fino a quasi qua dentro – dice un altro testimone, indicando l’ingresso del ristorante La fortezza – Poi ha lasciato cadere lo scooter e si è trascinato nel locale». Gli schizzi di sangue sono ovunque sul pavimento. E portano dritti al bagno, dove il 29enne si è nascosto.

«Sono stati attimi – continuano i presenti – Poi lui è uscito dal bagno ed è corso fuori, sempre colando sangue. È salito su un altro motorino e si dev’essere fatto portare in ospedale. Neanche l’ambulanza ha aspettato». In nottata, in base a quanto si apprende, è stato sedato e poi operato all’ospedale Vittorio Emanuele, mentre gli agenti di polizia presidiavano il nosocomio. A eseguire le indagini sono gli uomini della squadra mobile. Per quasi tre ore dall’incrocio con via Bufalo a quello con via Alaimo c’erano i nastri bianchi e rossi delle forze dell’ordine. Prima gli agenti della scientifica hanno effettuato i loro rilievi, poi hanno portato via il motorino, ancora sporco di sangue. Alla fine sono andati via, mentre il personale de La fortezza iniziava a tentare di capire come togliere i segni della sparatoria dal pavimento, dalle pareti e dai tavoli apparecchiati. «Ho avuto paura – continua il cameriere – potevano ammazzare anche me».

La stessa paura che hanno avuto le persone che hanno iniziato a correre, quando hanno sentito gli spari. E i bambini che da qualche settimana, da quando nelle aiuole attorno al Castello Ursino è cresciuta l’erba, hanno ricominciato a giocarci a calcio. «Sembravano tipo bombe – dice uno di loro – Sono corsi tutti verso via Transito e noi pure. A me il sangue e quelle cose mi fanno impressione. Quando sparano in via Plebiscito mi spavento». La nonna di uno di loro, seduta in piazza poco distante, ha corso invece nella direzione opposta a chi scappava: «Quando ho sentito il rumore ho pensato subito a mio nipote che era col pallone – racconta – Sono andata a prenderlo per farlo salire a casa».

Nel frattempo, tutto attorno si riempie di curiosi. Un uomo anziano commenta, accanto a un residente più giovane: «Cu’ fa ‘u mali s’aspetti ‘u mali, cu’ fa ‘u beni s’aspetti ‘u beni». Una ragazza con un cucciolo in braccio, invece, ride: «Sono sempre qua, giusto oggi che c’era qualcosa da vedere me la sono persa». La polizia la invita ad allontanarsi. Poco distante, seduta davanti all’ingresso del Castello, un’altra donna parla al telefono: «Mi vieni a prendere? Con quello che è successo, in via della Concordia non ci voglio tornare a piedi». 

Nella zona, Sciolino era conosciuto: ha numerosi precedenti penali per furto di automobili. Nel maggio 2015 è stato arrestato assieme a due complici, tutti pregiudicati, dopo essere stato colto in flagranza mentre tentava di rubare due macchine parcheggiate in via Sant’Euplio. Pochi mesi dopo era stato fermato di nuovo con l’accusa di evasione dai domiciliari: le forze dell’ordine lo avevano trovato a passeggiare in via Salvatore Di Giacomo, a pochi metri di distanza dal luogo in cui oggi è stato ferito. In occasione dell’arresto di maggio a essere fermato insieme a lui c’era anche il 23enne Rosario Cristaldi, che proprio ieri è stato fermato dai carabinieri di piazza Dante mentre tentava di scassinare una Fiat Panda a noleggio in via Landolina.

Cassandra Di Giacomo

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