Chi ha visto le immagini del sistema di sorveglianza del tabacchi di viale Castagnola, a Librino, ha pochi dubbi sulla dinamica: arrivano in due, uno più robusto e un altro più mingherlino, con il volto coperto. Armeggiano con il distributore automatico di sigarette all’esterno e poi scappano a ripararsi. Uno in una direzione e uno nell’altra. Pochi istanti dopo, l’altro ci ripensa e si sposta. Correndo si dirige verso un casotto dell’energia elettrica: lì dietro aveva trovato protezione il suo complice. Ma proprio mentre si trova davanti alla macchinetta, quest’ultima esplode. Lo scoppio, potentissimo, lo travolge. Il complice scappa, lui muore. È il 19enne Agatino Giustino, residente a Librino ma molto noto al Villaggio Sant’Agata.
Solo nel tardo pomeriggio è stato possibile identificare la vittima, anche per via delle conseguenze che l’esplosione ha avuto sul suo corpo, sbalzato sulla strada. La salma è rimasta per qualche ora sull’asfalto, riparata dalla coperta termica delle forze dell’ordine. Quando è stata rimossa e i rilievi della scientifica sono terminati, sul posto sono arrivati gli operai della Dusty a spargere disinfettante dove prima c’erano il sangue e i resti della vittima. In mattinata, il consigliere comunale del Movimento 5 stelle Graziano Bonaccorsi, proprietario dell’esercizio commerciale, è andato a sporgere denuncia alla caserma dei carabinieri di San Giorgio.
Gli accertamenti delle forze dell’ordine sono in corso. Bisogna intanto identificare la vittima e comprendere la tipologia di bomba che è stata utilizzata. La potenza della deflagrazione, i cui resti sono arrivati fino a un istituto bancario dall’altra parte di viale Castagnola, è stata devastante. «Ci sono pezzi anche nei balconi sopra al mio», racconta una residente del palazzone al cui pianterreno si trova la tabaccheria. «Mi sono svegliata con lo scoppio fortissimo – dice – ho avuto paura, mi sembrava un terremoto». La recinzione di un palazzo accanto è completamente deformata.
Intorno alle 11, alcuni esercenti della zona hanno cominciato a gettare acqua e candeggina sulla strada. «Almeno il sangue non si vede più», dicono. Pulendo anche un furgoncino bianco su cui erano rimasti degli schizzi. Non è chiaro se la vittima fosse di Librino, però il quartiere è sgomento. Si tratta dell’ennesimo ladro morto in pochi giorni. Il 9 febbraio sono stati uccisi a colpi di fucile Agatino Saraniti (18 anni) e Massimo Casella (47), residenti nel quartiere satellite, durante un furto di arance alla Piana di Catania che si è trasformato in una carneficina. Sullo scoppio di questa notte la procura di Catania ha aperto un’inchiesta.
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