Tennistavolo, atleti paralimpici per tre volte campioni «Siamo una famiglia, questo conta più delle medaglie»

«La nostra forza? Il fatto che non siamo solo una squadra, ma anche una famiglia. Non è solo lo sport che ci unisce». Sarebbe questo, secondo Alessandra Cesareo dell’Asd Radiosa Tennistavolo, l’asso vincente della società sportiva e delle squadre che ne fanno parte. Anche quest’anno, infatti, gli atleti palermitani sono saliti sul gradino più alto del podio, aggiudicandosi per la terza volta consecutiva il primo posto al Campionato italiano di tennistavolo 2017. La sfida finale si è svolta a Lignano Sabbiadoro dal 30 marzo al 2 aprile. I ragazzi hanno un’età compresa fra i dodici e i ventotto anni, «ma in questi casi non conta troppo l’età anagrafica, di testa hanno più o meno tutti la stessa età», spiega ancora Alessandra.

Sì, perché gli atleti della società sportiva fondata nel 2007 dal presidente Giovanni La Mattina insieme alla coach Marzia Bucca, vanta la partecipazione di atleti con disabilità: nel team ci sono infatti giovani con disabilità intellettive e relazionali, ragazzi in carrozzina, tetraplegici e paraplegici, qualcuno è affetto da sclerosi multipla, altri da autismo o sindrome di down. Tra questi, però, ci sono anche atleti normodotati. «È una società che si è ingrandita nel corso degli anni. Con l’esperienza della coach e del presidente non è un caso che siamo riusciti negli ultimi tre anni a essere campioni d’Italia di tennistavolo», spiega anche Alessio Baldassare Dragna, atleta in carrozzina dell’Asd Radiosa.

I campioni palermitani, ormai piuttosto conosciuti nell’ambiente e temuti dagli avversari per il loro talento e la loro coesione, sono già in procinto di rimettersi all’opera, in occasione del IX Campionato italiano di tennistavolo Fisdir, che si svolgerà il 29 e 30 aprile al Palamangano e rivolto proprio ad atleti speciali, che si sfideranno in diversi incontri suddivisi in due categorie, promozionale e agonistica, con atleti provenienti da tutto il Paese. «Siamo società campione d’Italia sia per quanto riguarda la Fisdir (Federazione italiana disabilità intellettivo-relazionali) che la Fitet, cioè la Federazione italiana di tennistavolo», precisa con orgoglio Alessio.

«I ragazzi sono tutti molto uniti – torna a dire Alessandra – Sono ragazzi prevalentemente tutti fuori già dalle scuole e che come unico scopo di vita hanno lo sport, tra l’altro avendo una disabilità prevalentemente intellettiva non hanno gli interessi tipici di altri adolescenti o ragazzi normodotati come può essere l’uscita fuori con gli amici o il pub, questo è il loro principale scopo». La coesione sportiva, però, ha a poco a poco fatto nascere una vera e propria comitiva: «Sono un gruppo di amici che fanno delle cose insieme oltre allo sport, come mangiare una pizza o andare al cinema – continua – Noi siamo famiglia in tutto e per tutto, dagli allenatori ai tecnici ai ragazzi che gareggiano. Sappiamo che possiamo contare costantemente l’uno sull’altro, viviamo costantemente assieme, quasi 24h su 24h».

Non solo i principi tipici dello sport, quindi. A essere insegnati dall’Asd Radiosa Tennistavolo sono anche i valori umani dell’amicizia e il senso di appartenenza: «Insegniamo loro a contare l’uno sull’altro e a rispettarsi, ed è molto bello vedere alla fine di una gara un ragazzo che perde che abbraccia quello vincente», dice ancora Alessandra, che chiude con un augurio: «Per noi è importante fare conoscere ad altri genitori la realtà dello sport paralimpico, perché purtroppo sono in tanti a non sono molto informati. Andiamo avanti col passaparola, ma per i ragazzi tutto questo è un grossissimo stimolo. Abbiamo in squadra ragazzi autistici che quando sono arrivati non volevano assolutamente nessun contatto con nessuno, mentre adesso salutano sempre con un bacino, e questi al di là delle medaglie e delle coppe sono i traguardi più belli».

Silvia Buffa

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