Tecnis, protesta dei sindacati davanti alla prefettura «Politeama rischia di restare cantiere a cielo aperto»

Protestano i sindacati davanti alla prefettura contro il blocco della procedura di vendita di Tecnis decisa dal Ministero dello Sviluppo Economico. Oggi al Mise si terrà un incontro sulla vertenza, che incide anche su Palermo in termini di mancato lavoro degli operai, fermi in 15 su 20, e sul completamento dell’anello ferroviario. Ancora tempi incerti, infatti, per le fermate metro al porto, al Politeama e in viale Lazio: dal 2016 si lavora a regimi ridotti e da un mese tutto è rimasto al palo. Al momento «siamo al 27 per cento dei lavori realizzati», spiegano i sindacati. 

Il Mise «ha avviato una fase di accertamenti sulle modalità di vendita – afferma Pietro Ceraulo, segretario generale Fillea Cgil Palermo –  perché nella prima fase il commissario Ruperto aveva fatto un’aggiudicazione provvisoria a Pessina, che poi ha fatto marcia indietro. Allora Ruperto voleva procedere con D’Agostino ma a quel punto il ministero ha stoppato la procedura. Auspichiamo che avvengano in maniera rapida. Se anche la D’Agostino dovesse venir meno alla logica dell’acquisizione della Tecnis salta il banco. Siamo qui per sollecitare il ministero in questo senso, in modo tale che il commissario possa aggiudicare in maniera anche provvisoria la vendita alla D’Agostino. Questo consentirebbe un rilancio del cantiere in termini di produzione, richiamando il personale posto in cassa integrazione e soprattutto completando l’opera. Se non si arriva alla vendita il Politeama rischia di restare un cantiere a cielo aperto».

I sindacati chiedono quindi al Mise che intervenga perché venga finita l’opera e per scongiurare il rischio di una rescissione di contratto dell’opera. Un’eventualità che significherebbe «almeno tre anni di cantiere fermo». 

Stefania Brusca

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