Tecnis, i compiti di Ruperto dopo il sequestro Sei mesi con pieni poteri per risanare azienda

Sei mesi per risanare
Tecnis, mettendola al riparo dalla criminalità organizzata. È il nuovo compito che il tribunale di Catania ha affidato a Saverio Ruperto, da oggi nominato amministratore giudiziario dopo il sequestro preventivo delle quote dell’impresa edile e delle due aziende che ne detenevano le azioni, Cogip holding e Artemis. L’ex sottosegretario del ministero dell’Intero nel governo Monti era già di casa nella sede sociale del colosso etneo delle costruzioni. Dopo l’interdittiva antimafia, inviata dalla prefettura, era stato scelto come commissario prefettizio. «Se prima aveva solo il compito di mandare avanti l’azienda, occupandosi di dare seguito ai contratti già in essere, ora avrà pieni poteri», spiega il magistrato Antonino Fanara. Operai e dipendenti della ditta, già da tempo in crisi economica, continuano a temere per il loro posto di lavoro. E Ruperto, oggi collegato in videoconferenza con i sindacati, promette «tempi celeri per riattivare i cantieri». 

Tra gli aneddoti della complicata vicenda societaria Tecnis c’è quello della vicinanza temporale tra l’esecuzione del sequestro preventivo e la messa in vendita della società. Il cda, come anticipato da MeridioNews, aveva dato l’ok durante l’ultima riunione. Coincidenze? Forse. La cessione, pur non prevedendo tempi brevi, avrebbe potuto rimescolare le carte in tavola con la definitiva uscita di scena di Mimmo Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice. Le quote sociali di Tecnis, che i due imprenditori si dividevano tra Cogip holding e Artemis, sarebbero passate a nuovi titolari, tagliando quindi i collegamenti con la vecchia proprietà – ritenuta dagli inquirenti «asservita agli interessi di Cosa nostra» – che hanno reso possibile l’applicazione della norma che prevede il sequestro antimafia e la nomina dell’amministratore giudiziario. Ruperto adesso potrà anche scegliere i collaboratori di cui avvalersi per portare a termine il mandato. 

Il primo bilancio del suo operato sarà fatto tra sei mesi, periodo stabilito dal provvedimento del tribunale. A quel punto la nomina potrebbe anche essere rinnovata, come previsto dalla normativa. Ma oltre che la magistratura, Ruperto dovrà rispondere anche ai creditori e a dipendenti di Tecnis, che chiedono garanzie sul futuro economico e occupazionale. «L’amministratore avrà il compito di salvaguardare i posti di lavoro e curare il completamento dei cantieri già operativi – spiega a MeridioNews il sostituto procuratore Fanara, – ma innanzitutto deve impegnarsi a togliere l’azienda dall’assoggettamento mafioso che le indagini hanno constatato». Un primo passo avanti, in entrambe le direzioni, potrebbe essere il riottenimento della certificazione antimafia. Sospesa con l’interdittiva, che impedisce di partecipare ad appalti pubblici e di avere assegnati quelli già aggiudicati.

«Noi siamo lo Stato. Ed essendo adesso lo Stato ad amministrare Tecnis – spiega Fanara – credo sia una garanzia sufficiente a riottenere la certificazione in tempi brevi». A riguardo dei problemi economici, i fronti su cui Ruperto dovrà impegnarsi sono anche altri. I dipendenti, che settimana scorsa sono entranti in sciopero a oltranza, non torneranno al lavoro senza avere ottenuto i tre mesi di paghe arretrate. Somme che fanno parte dei circa 100 milioni di euro di debiti che l’impresa deve, oltre che ai suoi stipendiati, a banche, erario e fornitori. Lunedì scorso, in tribunale, si sarebbe dovuto discutere il piano di ristrutturazione del debito con cui il nuovo consiglio di amministrazione intendeva mettere l’azienda al riparo dal fallimento. Ma in assenza dell’accordo con i principali debitori il piano era stato ritirato per essere presentato in un secondo momento. Progetto che toccherà al nuovo amministratore valutare come e se portare avanti. 

Intanto i cantieri, anche a Catania, restano fermi. Tecnis si era aggiudicata i lavori per il tratto di metropolitana Borgo-Nesima e per l’ospedale San Marco a Librino. Se i tempi di consegna non saranno rispettati l’azienda rischia di pagare costose penali, che ne peggiorerebbero la condizione economica, e la città di vedere interrotti lavori infrastrutturali importanti. Ruperto assicura che si attiverà subito per rimettere in marcia i lavori. «Ben venga il sequestro se questo significa assicurare legalità e buona amministrazione restituendo certezze ai lavoratori», dicono a voci unificate i sindacati. Per i rappresentanti dei lavoratori le priorità sono: «Il regolare pagamento degli stipendi, il saldo degli arretrati e la salvaguardia dei livelli occupazionali». La prospettiva di riottenere in tempi brevi la certificazione antimafia conforta i sindacati che tuttavia chiedono un incontro urgente con il prefetto e con Ruperto per avere chiarimenti sui nuovi scenari che si aprono per il gruppo Tecnis.

Marco Di Mauro

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