Teatro Taormina, sequestrato incasso di Madama Butterfly Artisti contro gli organizzatori: «Ci devono 150mila euro»

Ieri sera
il teatro antico di Taormina era pieno per assistere a Madama Butterfly, l’opera lirica di Puccini trasmessa in diretta nei cinema di trenta Paesi diversi. La maggior parte degli spettatori, però, non sapeva che nel frattempo un ufficiale giudiziario stava sequestrando l’intero incasso alla biglietteria: 31mila euro. E non è finita. Alla fine della rappresentazione, accompagnato dalle forze dell’ordine, l’incaricato dal Tribunale ha effettuato il sequestro anche di scene e costumi. 

Tutto parte dai soldi che la
Fondazione Fem-Taormina Festival deve agli artisti del Coro Lirico Siciliano per il lavoro svolto dal 2012 al 2015. «Tre giorni fa abbiamo ottenuto dal tribunale di Roma il decreto di sequestro conservativo giudiziario per un valore totale di 90mila euro sul totale di 150mila che avanziamo», spiega il rappresentante del coro, Alberto Munafò, che insieme ad altri colleghi da tempo portano avanti la battaglia contro la Fondazione e chi, almeno secondo i lavoratori, l’ha sempre rappresentata, cioè Enrico Castiglione, che è stato anche direttore artistico di Madama Butterfly. Ed è stato sempre Munafò a segnalare al Tribunale la possibilità di recuperare, dagli incassi dello spettacolo di ieri, una parte dei crediti vantati. «Noi – continua il portavoce del coro – abbiamo due obiettivi: ottenere i soldi che ci spettano e fare in modo che Castiglione se ne vada da un’altra parte». 

Gli artisti del Coro lirico hanno cominciato a lavorare per la Fondazione Fem nel 2011, in spettacoli che si sono svolti a Siracusa e Taormina. «Il primo anno siamo stati pagati – racconta il portavoce – poi sono iniziate una serie di promesse e di acconti che comunque ci hanno convinto a continuare. In fondo non avevamo motivo di dubitare. Successivamente però abbiamo avviato una serie di verifiche e abbiamo scoperto di non essere i soli ad avere problemi». 

Il riferimento è ai crediti che vanterebbero molti altri lavoratori dell’indotto artistico, come la ditta catanese di autobus Pf tour. «Abbiamo svolto servizio di trasporto degli artisti per conto della fondazione Fem tra luglio e agosto 2014 – spiega il direttore tecnico dell’impresa, Aldo Pappalardo – mi devono poco meno di 15mila euro e ho tutte le fatture che lo dimostrano. Dopo aver aspettato un po’, mi sono rivolto a un avvocato».

Enrico Castiglione si difende, esaltando il successo, che definisce «stratosferico», di Madama Butterfly e accusando i suoi detrattori, «quattro idioti – scrive sulla sua pagina Facebook – mediocri organizzatori, mediocri coristi e mediocri musicisti che hanno tentato di far passare come un insuccesso l’ennesima opera da me messa in scena al Teatro Antico di Taormina». E i soldi che chiedono i creditori? «Non sono a conoscenza dei particolari di questo sequestro, anche perché all’interno della Fondazione Fem in questi anni non ho mai ricoperto alcuna carica», spiega. Tesi a cui il coro lirico risponde mostrando un verbale ufficiale del 2013 in cui in cui Castiglione viene citato tra i soci fondatori, nonché membro del cda della Fondazione. «Abbiamo conosciuto solo ed esclusivamente lui – attacca Munafò -, abbiamo sempre discusso con lui di tutti gli aspetti: economici, artistici e organizzativi».

L’attività di Castiglione è finita anche al centro di un esposto che il Movimento 5 stelle, lo scorso marzo, ha presentato a cinque Procure, per fare luce sui finanziamenti dati dalla Regione Sicilia alla Fondazione Fem e all’Associazione Fem, «riconducibili a Castiglione», si legge nella denuncia. Nel 2015 sono state destinatarie rispettivamente di 366mila e 277mila euro. «Sì, ma solo dopo una lunga battaglia giudiziaria in cui il Tar ci ha dato ragione – puntualizza Castiglione -. La Fondazione Fem ha prodotto negli ultimi due anni numerosi spettacoli di musica classica, danza ed opera lirica e ha sostenuto ingenti spese, ma dal 2014 subisce la mancanza dell’erogazione dei fondi da parte della Regione siciliana, tanto che nel 2014 ha dovuto fare ricorso al Tar ottenendo la sospensione dei procedimenti in attesa della determinazione di quanto dovrà ricevere in suo diritto. Per cui – continua – immagino che ci siano ritardi, come del resto ci sono ritardi per tanti altri enti». 

Quindi Castiglione passa all’attacco: «Sarebbe bene fare un’analisi attenta di come vengono gestiti in Sicilia i fondi pubblici relativi allo spettacolo. Io sono stato il primo a denunciare finanziamenti illegittimi, come quelli concessi nel 2011 per ben 1,5 milioni di euro per un fantomatico Bellini Opera Festival, facendomi promotore di azioni giudiziarie che hanno portato all’annullamento dei relativi decreti di finanziamento dell’assessorato al Turismo: fondi che la Regione Siciliana dovrebbe preoccuparsi di recuperare, nonostante siano stati liquidati con una velocità impressionante».

Nell’esposto, a cui i deputati pentastellati hanno accompagnato una mozione all’Ars, viene ricordato che Enrico Castiglione è cugino di secondo grado del sottosegretario del Ncd Giuseppe Castiglione. A tal proposito, Stefano Zito, primo firmatario, racconta che l’assessore regionale al Turismo, Anthony Barbagallo, sentito dalla commissione Cultura dell’Ars su questi finanziamenti, avrebbe risposto: «Glielo devi dire a quelli di Ncd». Castiglione ha querelato sia il deputato Zito che Munafò.

«Ritengo – attacca quest’ultimo, portavoce del Coro lirico siciliano – che sia vergognoso che la Regione Sicilia e il ministero diano il patrocinio a una simile organizzazione che lavora a Taormina da dieci anni e che non salda spettanze ad artisti e maestranze. È assurdo – conclude – che la politica faccia finta che questa cosa non esista, mentre noi da un anno viviamo tra il canto e gli avvocati».

Salvo Catalano

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