Tasse, nei Comuni etnei proposta per sospenderle Fiumefreddo: «Trovata elettorale, si tratta di reato»

Una mozione-fotocopia gira da giorni all’interno dei Consigli comunali dei paesi della provincia di Catania, e non solo. Una proposta di sospensione della parte di riscossione diretta dei tributi gestiti dalle amministrazioni locali, presentata da alcuni ambienti politici, stralciata da diverse giunte ma approvata da altre. Come quella di Sant’Agata Li Battiati, guidata dall’avvocato Carmelo Galati. A far partire il tam tam è stato, per primo, il sindaco di Aci Castello Filippo Drago che, preoccupato, ha contattato l’amministratore unico di Riscossione Sicilia Antonio Fiumefreddo per capire la fattibilità della proposta. E avanzando dubbi sulla legalità. Il commento di Fiumefreddo è arrivato lapidario in poche ore, bollando il tutto come «un grave tentativo di abuso della credulità popolare, con rischi gravi ai danni dei cittadini». 

«Nel mio Comune – spiega Filippo Drago a MeridioNews – la mozione è stata già ritirata ma quando l’ho vista ho avuto grossi dubbi sulla reale applicabilità a livello locale. Nei fatti in questa delibera si chiedeva all’amministrazione di sospendere la procedura coattiva di riscossione delle tasse fino al 30 giungo 2017». Una soluzione che porterebbe, secondo il primo cittadino di Aci Castello, «a chiedere a Riscossione l’attivazione di procedure che potrebbero portare a responsabilità patrimoniali. Ma potrebbe anche andare oltre». 

Di parere opposto il sindaco di Battiati dove, tre giorni fa, è stato approvato l’atto di indirizzo politico presentato dal presidente del Consiglio Roberto Mavilla che contiene questa modifica nella gestione dei tributi. «Abbiamo semplicemente sposato una proposta, che si trasformerà in regolamento, che chiede di vedere se ci sono le condizioni per aiutare i cittadini che si trovano in difficoltà con la cosiddetta rottamazione – racconta Galati a MeridioNews – L’idea non è di sospendere le tasse ma di proporre ai cittadini una dilazione in 18 mesi per la parte di competenza dei Comuni». Una procedura che sarebbe «perfettamente in linea con la normativa nazionale. Del resto non potrebbe essere altrimenti – continua – com’è noto, su tematiche di carattere tributario, la potestà è di carattere dello Stato, non dei Comuni, quindi non possiamo fare di testa nostra». 

Sul fatto però Riscossione Sicilia è categorica e parla chiaramente di possibile reato. «Chiunque si arroghi l’azione di sospendere le procedure di recupero dei crediti tributari – afferma Antonio Fiumefreddo in una nota – semplicemente commette un reato, e per di più arreca un grave danno ai cittadini che saranno poi obbligati a versare interessi e more ulteriori. Il rischio – spiega ancora – è che si provochi grande sbandamento tra i cittadini, con un danno enorme per loro». 

Tramite la riscossione di tasse come quella sui rifiuti, la Tari, i Comuni incassano infatti le somme necessarie per pagare a loro volta ciò che devono alla Regione e allo Stato. Privandosi di queste entrate, o spalmandole sul lungo periodo, gli enti locali potrebbero accumulare grossi debiti. «Se tu Comune attui questo meccanismo, come farai poi a pagare successivamente Riscossione Sicilia? – si chiede Fiumefreddo parlando con MeridioNews – Sostanzialmente stai dichiarando che non pagherai. L’ente locale si occupa soltanto di riscuotere fisicamente i contributi, non può deciderne le modalità. Temo si tratti soltanto di manovre elettorali – conclude – ed è onestamente aberrante che si giochi così sulla pelle dei cittadini».

Mattia S. Gangi

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