Tari, in Consiglio la maggioranza si sgretola Bocciate le riduzioni proposte dalla giunta

Una riduzione del 1,5 per cento della tassa sui rifiuti (Tari) per tutti i catanesi. Una percentuale simbolica, che avrebbe rappresentato la prima riduzione in dieci anni di aumento dei costi di conferimento rifiuti, a fronte di un costo annuale da 70 milioni di euro. Frutto di circa un milione e mezzo di euro di risparmi sule gettito preventivato per la gestione della raccolta, la proposta era arrivata in Consiglio comunale direttamente dall’amministrazione. Ma su questo punto la maggioranza a sostegno di Enzo Bianco si è sgretolata in aula.

Il tesoretto accumulato, verrà invece investito sulla proposta del presidente della commissione Bilancio Vincenzo Parisi, esponente di opposizione con Grande Catania. «Usiamo le tariffe per fare comunicazione e sensibilizzazione tra i giovani, invece che per una riduzione irrisoria», è la proposta del consigliere, già illustrata nella precedente seduta. Con l’aula che, seppur con un quorum ridotto a soli 18 consiglieri, in quanto si trattava della seconda seduta di prosecuzione dedicata al tema, dopo quelle andate a vuoto per mancanza di numero legale del 18 e 19 settembre, ha approvato la proposta con ben 29 votanti, di cui due soli contrari. Ovvero i consiglieri Agatino Lanzafame e Salvatore Spataro, entrambi del gruppo Con Bianco per Catania.  L’opposizione è riuscita a convincere il gruppo di Articolo 4 ad approvare l’emendamento. Con il resto della maggioranza – Partito Democratico, Il Megafono, e il resto del gruppo Con Bianco per Catania,  – astenutasi dopo un serrato dibattito.

«Abbiamo bruciato un milione e mezzo di euro, togliendoli dalle tasche dei cittadini», ha commentato il consigliere Lanzafame subito dopo la seduta, dove aveva proposto di destinare la somma «allo sgravio della Tari per le fasce più deboli dei cittadini». Annunciando, per domani, il probabile abbandono di uno degli incarichi in Consiglio, «in segno di protesta per un’aula dove valgono altre logiche, non quelle del bene dei cittadini», ha spiegato Lanzafame.

Leandro Perrotta

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