Taormina, venduta all’asta villa con domus romana Società acquirente già proprietaria di hotel di lusso

Villa San Pancrazio, con la sua domus di epoca romana, ha una nuova proprietà. La conferma dovrebbe arrivare nei prossimi giorni ma si tratterebbe di una società di Messina, la Luxury Collection Srl, già proprietaria a Taormina dell’hotel Ashbee, che avrebbe acquisito l’immobile per circa due milioni di euro a seguito di un’asta giudiziaria celebrata il 19 novembre. Svolta a sorpresa, dunque, per uno dei siti di maggior pregio della città ionica e adesso bisognerà vedere anche quale sarà la posizione del Comune che si era attivato nel tentativo di raggiungere un’intesa con la ormai ex proprietà a salvaguardia della domus d’epoca romana-imperiale che si trova all’interno del complesso e sulla quale esiste un vincolo storico-artistico dal 1979.

La villa è composta dalla pensione che si trova accanto alla funivia e che a monte si affaccia sulla centralissima via Pirandello, mentre nel versante a valle sorge la preziosa area antica, interessata la scorsa estate da un’importante campagna di scavi. L’impegno dell’Università di Messina ha ridato luce nel 2015 al complesso residenziale scoperto alla fine degli anni ’70 e a lungo rimasto in stato di abbandono. Si tratta di un’abitazione di età romana, ma che testimonia numerose fasi di frequentazione e trasformazione delle strutture, per un ampio arco cronologico: dall’età ellenistica fino a quella bizantina. 

«La prima parte di attività – ha spiegato Lorenzo Campagna, responsabile scientifico e docente del dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (Dicam) dell’Università di Messina – ha previsto un’intensa pulizia dell’area, per restituire l’aspetto originario dell’edificio, coperto da terra, rifiuti, e soprattutto dalla vegetazione. L’operazione preliminare di bonifica e riqualificazione è risultata indispensabile per ricostruire le trasformazioni nelle varie epoche. Per una corretta interpretazione delle stratigrafie sono state intraprese attività di rilievo, che costituiscono il cuore della campagna scavi». La villa è caratterizzata da una serie di vani distribuiti attorno a un cortile centrale, decorato con colonne e arricchito da una monumentale vasca. Rimangono segni delle decorazioni delle pareti e di alcuni mosaici sui pavimenti. Le attività, prive di finanziamenti, sono state effettuate da studenti e giovani ricercatori dell’ateneo peloritano e sono rientrate in un ampio accordo stipulato tra lo stesso dipartimento, la Soprintendenza di Messina, il Parco Archeologico di Giardini Naxos e il Comune di Taormina, in collaborazione con il Cnr-Ibam di Lecce e di Catania.

Alle porte del 2016, la storia di Villa San Pancrazio si avvia all’ennesima svolta. Nel 2011 la società Ata (Azienda Turistica Alberghiera s.r.l) presenta un progetto per il restauro, che comprende il recupero dell’area archeologica e la creazione di un museo nella parte di epoca romana. Per l’amministratore, Giacomo, detto Jay, Maggistro Contenta, si trattava del coronamento di un sogno. Imprenditore originario di Gioiosa Marea, si era trasferito in Inghilterra a otto anni, riuscendo poi a diventare un business man di fama internazionale, grazie a una catena di parrucchieri frequentata dall’alta società britannica. Ma Maggistro muore prematuramente il 6 aprile 2013 all’età di 49 anni e la villa San Pancrazio viene pignorata. Per poi essere venduta alla Luxury collection, già proprietaria dell’hotel Ashbee, che si trova proprio a qualche centinaio di metri di distanza dagli scavi. 

Emanuele Cammaroto

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