Taormina, il Comune stacca l’acqua agli hotel morosi Sindaco: «Famiglie fanno sacrifici? Non sono diversi»

«Non mi spiego perché un cittadino deve fare sacrifici e un albergo no». È netta la posizione del primo cittadino di Taormina Eligio Giardina sulle misure che il Comune ha deciso di prendere nei confronti delle strutture alberghiere che non pagano l’acqua. L’elenco non è stato reso noto, ma i turisti potrebbero accorgersene presto non vedendo più uscire l’acqua dal rubinetto. Un’ipotesi, questa, irreale ma che serve per spiegare la posizione dell’amministrazione comunale, che già da tempo aveva annunciato un piano antimorosi con l’assessore al Bilancio, Salvo Cilona, che aveva annunciato le misure tramite i manifesti.

I numeri esatti non si sanno ma si parla di decine di strutture per un importo complessivo di circa un milione e mezzo di euro. «Ci sono hotel che non pagano da anni – sottolinea l’assessore -. Da parte nostra non stiamo agendo d’imperio, ma dopo aver inviato una serie di lettere e diffide, e aver annunciato i provvedimenti pubblicamente». La decisione di staccare l’erogazione, quindi, diventa la mossa finale per convincere i morosi. «Crediamo che così finalmente si decideranno», conclude Cilona. A mancare nelle casse del Comune, però, sono anche i soldi relativi alla tassa di soggiorno. A renderlo noto è lo stesso sindaco. «Molte strutture sembrano dimenticare che quell’imposta va versata all’ente comunale. Soltanto nel 2016 parliamo di 670mila euro. Una cifra importante, che servirebbe al nostro bilancio», spiega Giardina.

Da parte di Federalberghi arriva la conferma. «Difficile difendere casi in cui l’acqua non viene pagata da oltre dieci anni – commenta il referente dell’associazione Italo Mennella -. A noi risultano una ventina di casi, ma quasi nessuno fa parte di Federalberghi». Da parte di Mennella, poi, una battuta sul mancato versamento dell’imposta di soggiorno. «Noi per primi abbiamo reso noto il fenomeno. In alcuni casi – continua – si tratta di imprenditori che per mantenersi sul mercato hanno fatto spese da cui non riescono a rientrare nel breve periodo. Ma ciò non vuole essere una giustificazione per nessuno».

Simone Olivelli

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