«Sono sette e cinque», dice il consigliere comunale Orazio Barbagallo. Rumore di banconote. «Contateli i tuoi», risponde il sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano. È solo uno dei passaggi intercettati dagli uomini della Dia, Direzione investigativa antimafia, nel corso dell’operazione che stamattina ha portato al fermo del primo cittadino catenoto e dell’ex funzionario comunale, adesso eletto in aula consiliare, oltre che dell’imprenditore Giovanni Cerami, dirigente dell’azienda Halley consulting. Secondo gli investigatori, sarebbero i tre vertici di un triangolo legato dalle tangenti. Un sistema che andrebbe indietro negli anni e del quale ancora si devono definire i contorni. Nelle intercettazioni delle forze dell’ordine, Maesano e il suo fedelissimo Barbagallo parlano al telefono di «una bella notizia». Da darsi lontani da orecchie indiscrete, staccando i telefoni cellulari e, addirittura, rimuovendo la batteria degli smartphone.
Il proseguo della conversazione è nascosto dal rumore della radio. «Alzano il volume in modo tale da coprire la conversazione che segue», scrivono gli investigatori della Dia. Un metodo che i magistrati che seguono le indagini, nel corso della conferenza stampa, definiscono «criminale». Solo uno degli elementi che giustificherebbe «l’evidente pericolo di fuga» a seguito del quale i due uomini politici e il dirigente della Halley consulting sono stati fermati oggi. All’origine dello scambio ci sarebbe il rinnovo di un contratto per la gestione di hardware e software del progetto europeo Home care, finanziato per oltre 250mila euro e appaltato dal Comune di Aci Catena.
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