Tagli trasporto locale, sindacati in stato di agitazione Le aziende convocano i rappresentanti dei lavoratori

Sindacati e associazioni che rappresentano le linee di autotrasporto preparano le contromisure dopo la lettera dell’assessorato regionale ai Trasporti che annuncia probabili drastici tagli ai finanziamenti del trasporto pubblico locale. 

Tutte le sigle sindacali – Cgil, Cisl, Orsa e Usb – hanno indetto lo stato di agitazione e hanno chiesto un incontro per comunicare l’attivazione delle procedure di raffreddamento, primo passo verso lo sciopero. Asstra e Anav, le associazioni datoriali che rappresentano le aziende private, hanno convocato i sindacati per una riunione l’11 giugno in cui si farà il punto della situazione. Da una parte i rappresentanti dei lavoratori sono pronti a proclamare lo sciopero, qualora i tagli venissero confermati. Dall’altra le associazioni datoriali dovrebbero preparare un piano di ridimensionamento dell’offerta che vada incontro alle draconiane misure chieste dalla Regione.

L’assessorato ha infatti comunicato sia ai privati, per le tratte extraurbane, che ai Comuni, per il servizio di autobus nelle città, che dal primo luglio scatterà un taglio del 47 per cento delle risorse destinate al settore. La scure sui servizi di autobus urbani ed extraurbani è legata al mancato accordo tra la stessa Regione e il governo nazionale sulla possibilità di dilazionare il disavanzo regionale su più anni (dieci è la richiesta che arriva da Palermo, mentre a Roma sono fermi a tre). Una contrattazione che va avanti da mesi ma che, al momento, non vede ancora una soluzione. Lo stanziamento complessivo nella Finanziaria 2019 per i servizi di trasporto pubblico locale, inizialmente pari a 164 milioni di euro, verrebbe tagliato di 48 milioni.

A preoccupare i sindacati è anche un precedente del 2012 quando, proprio a metà anno, la Regione tagliò le risorse destinate al settore. E alcune aziende fecero ricorso al Tar, vincendolo. «In quel caso – ricorda Sergio Crisafulli, delegato regionale Usb – non solo i tagli ci furono e vennero pagati in termini di disservizi dai cittadini, ma poi, a distanza di tempo, la Regione dovette pagare lo stesso i privati a causa della sentenza favorevole ai ricorrenti».

Salvo Catalano

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