Tagli ai fondi per la caccia ai pedofili  Due anni fa chiuse il centro Meter di Ragusa

Una delle sedi Meter era proprio a Ragusa. Sì, era, dopo 10 anni di attività su quel territorio, l’assemblea regionale siciliana, con seduta del 22 maggio 2012, l’ha spazzata via. La maggioranza dei politici presenti in aula votarono i tagli alla tabella H e uno tra i primi risultati fu la chiusura della sede di Ragusa. Venne detto NO alla tutela dell’infanzia in un campo delicatissimo qual è la pedofilia e gli abusi sessuali.

Gli orchi esistono e sono tra di noi. Andrea lo ha incontrato ed è l’ultima faccia che ha visto prima di essere ucciso a 8 anni. Asfissia da strangolamento dice l’autopsia, non c’è ancora la conferma, o meglio la smentita, della violenza sessuale.

Purtroppo non bisogna viaggiare con la fantasia per immaginare che se porti in un posto lontano chilometri e isolato un bambino di 8 anni hai un intenzione ben precisa. Che poi le cose non siano andate come l’assassino pensava e che il piccolo abbia reagito, purtroppo è ovvio.

Le indagini vanno avanti senza sosta. Chi è stato? Il cacciatore che ha trovato il corpo nel canalone? Il diciottenne vicino di casa appena ascoltato dagli inquirenti? Al momento le domande che chiunque si pone sono queste. Ma entrambi sono al momento solo persone informate sui fatti, non c’è alcun indagato.

Il padre, lo ricordiamo tutti, disse subito «Lo ammazzo, so chi è» , ma da allora, su questa frase non è emersa nessuna indiscrezione. 8 mila abitanti, tanti ne conta Santa Croce Camerina, sono quelli che fa un solo quartiere di una grande città; questo per intenderci sulla possibilità più che reale che qualcuno sappia chi è l’assassinio, o quanto meno lo sospetti. Una realtà piccola e controllabile, in cui le cose, lo sappiamo bene, arrivano all’orecchio. Non è un caso infatti che Il Procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia abbia lanciato un appello alla cittadinanza, chiedendo collaborazione. Ogni indizio può essere utile perché l’orco va stanato.

La cronaca ci ha quasi drammaticamente abituato alle storie di violenze e di abusi sui minori ma la differenza è che Andrea è stato, alla fine, ammazzato. E questo non accadeva nella nostra regione, da tempo. Violenza e pedofilia possono essere contrastate e ci sono realtà che lo fanno e ce la mettono tutta, come Meter, l’associazione di Don Fortunato Di Noto, attiva da circa 20 anni in Sicilia con sede in 7 province ma punto di riferimento in Italia (con sedi in diverse regioni) e all’estero. Meter ha sempre avuto lo scopo di educare alla cultura dell’infanzia, per prevenire abusi e maltrattamenti, e progettare interventi mirati di aiuto concreto alle vittime degli abusi sessuali.

Ma a nulla sono serviti gli appelli lanciati da Don Fortunato, appelli dettati dall’emergenza, dal bisogno di non lasciare senza «copertura» un territorio. A nulla, nonostante il valore e l’importanza di Meter dimostrata dai numeri: 1200 bambini «salvati», un milione e mezzo di siti pedopornografici oscurati e denunciati alle autorità competenti in Italia ma non solo, attività di informazione capillare sul territorio, prevenzione. Tutte attività che con tutta la buona volontà, di certo Meter non poteva e non può mandare avanti solo con le offerte di beneficienza.

«Le leggi ci impongono di anticipare somme esorbitanti, parliamo di circa centinai di migliaia di euro – dice Don Fortunato – ditemi come si poteva andare avanti. Ci sono associazioni che con il 5 per mille prendono anche 8 milioni di euro, associazioni per l’infanzia come la nostra, altre che ne prendono poche migliaia. Questo è un dato indicativo e fa pensare». La Regione Sicilia ha interrotto i finanziamenti che si aggiravano attorno ai 63 mila euro, cifre già fin troppo modeste. Per altro si parla di realtà trasparenti in cui tutto, a partire dai bilanci è verificabile. L’amarezza di Don Di Noto è proprio questa «Noi non siamo una realtà istituzionale, che non fa la manifestazione o la cerimonia e poi termina lì il lavoro. Noi ci muoviamo quotidianamente e in modo capillare, collaboriamo con le forze dell’ordine, abbiamo un protocollo ufficiale con la Polizia Postale per lo scambio delle informazioni, diamo supporto ai bambini e alle famiglie eppure non viene tenuto in considerazione tutto questo.
Si tolgono fondi, come sempre, a settori delicati e che andrebbero al contrario protetti. Poi però succedono tragedie come queste ed ecco le dichiarazioni commosse dei politici, poi si piange sulle bare dei nostri bambini. Questa è ipocrisia».

Legittimo chiedersi se qualcosa poteva essere fatto per evitare questa tragedia. Perché se è vero che il raptus di follia non puoi prevederlo, è possibile invece concentrare l’attenzione su certe persone, che possono aver dato segnali di squilibrio psicologico o aver mostrato atteggiamenti «strani» o molesti. Si chiama monitoraggio.

Meter fa un lavoro attento scrupoloso, tra monitoraggi web e non solo. La maggior parte dei ragazzini, vengono adescati su internet, i numeri sono spaventosi.

Le richieste di don Di Noto non sono state ascoltate, anzi il dialogo è stato proprio interrotto. Prima le risposte «istituzionali» e inutili dell’allora presidente della regione Raffaele Lombardo e a seguire solo il silenzio.

Marta Genova

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