I PRODOTTI DI FREGIAVANO DEL MARCHIO “MADE IN PUGLIA”, MA ARRIVAVANO DAL CANADA E DA ALTRI PAESI DEL MONDO
La notizia arriva da Bari dove – come riporta un articolo di Today – gli uomini della Forestale hanno sequestrato circa 10 mila uova e tante confezioni di pasta di di taralli che erano state prodotte con le stesse uova.
Il sequestro si è reso necessario perché nelle confezioni delle uova ed ella pasta era riportato il marchio “Made in Puglia”.
La pasta, stando alle indicazioni riportate nelle confezioni, magnificano un prodotto fatto con “semola di grano duro prodotta nella Murgia Barese Altamurana”, mentre le indagini hanno appurato che i prodotti erano realizzati con ingredienti provenienti da chissà dove.
Addirittura, è stato accertato che le uova arrivavano dal Canada. Non solo. Molte delle uova erano sporche a causa della della presenza di escrementi di gallina.
Superfluo aggiungere che tutti questi prodotti venivano etichettati come a “chilometro zero”.
Gli inquirenti, che già si occupano del caso, contestano i reati di frode in commercio, detenzione per il commercio di sostanze destinate all’alimentazione pericolose per la salute pubblica.
Quello della Puglia è solo un caso. In realtà, il problema riguarda le produzioni di tutte le Regioni italiane. E tocca un’Unione europea che non fa nulla per introdurre strumenti cogenti per bandire dalle tavole dei consumatori tutti i prodotti privi di ‘tracciabilità’ (ovvero le informazioni da fornire ai consumatori sulla provenienza dei prodotti alimentari).
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