«La loro è una concezione vecchia. L’amministrazione è rimasta ferma a vent’anni fa». Quando la Primavera catanese aveva lo stesso protagonista, il sindaco Enzo Bianco, ma un’aria del tutto diversa secondo gli organizzatori di eventi e concerti etnei. Tra questi anche Pompeo Benincasa, fondatore della rassegna Catania Jazz, stupito ma non troppo dalla vicenda del festival La natura della mente con la direzione artistica di Franco Battiato. Un flop di spettatori proprio nel teatro Metropolitan dove Catania Jazz è nata – e che ha dovuto abbandonare nonostante l’alto numero di abbonati – e un evento partecipato, anche finanziariamente, dal Comune etneo. Al contrario dell’Estate catanese, di cui si prepara l’edizione 2014.
«Con l’amministrazione abbiamo fatto diverse riunioni in vista della stagione estiva. Noi organizzatori lamentavamo come l’impostazione del bando fosse rimasta la stessa dell’amministrazione Stancanelli, con solo una variazione nella percentuale sui biglietti da dare al Comune, dal dieci all’otto per cento – continua Benincasa – Poi capita questa cosa del festival e dal Comune ci ripetono che sarebbe stato Battiato a trovare gli sponsor e che l’amministrazione non ci avrebbe messo niente». Dichiarazioni smentite dagli atti della giunta comunale, che ha disposto la compartecipazione di quasi 60mila euro ai concerti organizzati dall’agenzia modenese Imarts.
Poco chiara resta invece la questione degli sponsor. Non presenti in una prima delibera di giunta e nemmeno nei – pochi – cartelloni in giro per la città, dove figurano i soli loghi del Comune e dell’agenzia. «L’amministrazione compartecipa a un festival organizzato da Modena e non alla sua estate. Non la fa propria. Ha fatto tre bandi a partire da marzo per cercare gli sponsor per questa manifestazione e invece i bandi per l’estate catanese sono partiti solo due giorni fa, a giugno, dopo le nostre pressioni».
Pressioni rivolte anche contro gli eccessivi costi per chi intende organizzare un concerto estivo nelle strutture del Comune di Catania, così come alla clausola che stabilisce la possibilità di esclusione di un progetto a insindacabile giudizio di una ignota giuria, «che magari non sa nulla di jazz», aggiunge Benincasa. Senza dimenticare la percentuale sugli incassi da trasferire all’amministrazione: l’otto per cento. «Non si capisce perché, nel caso del festival appena concluso, gli incassi sono rimasti interamente all’agenzia – commenta Benincasa – Considerato che il Comune compartecipava delle spese e negli eventi estivi invece nemmeno quello». Per tutti questi motivi, la posizione di Pompeo Benincasa resta la stessa degli anni passati: «Non parteciperemo all’Estate catanese».
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