Sugli immigrati la commissaria Cecilia Malmström fa solo chiacchiere

L’INTERVENTO DI MICHELA GIUFFRIDA, EURODEPUTATA DEL PD ELETTA IN SICILIA

“La vita degli esseri umani e la dignità di un popolo non sono ‘fascicoli’ da trattare con i tempi e i modi di una fredda burocrazia”.

Così Michela Giuffrida, eurodeputato del PD, che ha vinto una prima battaglia all’interno della Commissione Petizioni del Parlamento europeo: martedì 7 ottobre saranno unificate e discusse in un unico ordine del giorno tutte le petizioni su Lampedusa, che rischiavano di essere trattate fra non meno di 18 mesi.

“Al mio insediamento ho realizzato un monitoraggio sulle petizioni riguardanti la Sicilia – racconta Giuffrida – e ho notato che ce n’era una decina su Lampedusa. Ho chiesto i tempi di trattazione e mi è stato risposto che la commissione ha un arretrato di circa un anno e mezzo”.

Da qui la richiesta di una corsia rapida per i documenti inviati da cittadini e associazioni sulla situazione di Lampedusa: la Commissione ha accolto la proposta di Michela Giuffrida, “dopo un dibattito e una trafila burocratica che hanno rallentato il risultato finale che comunque alla fine è stato raggiunto, poiché sarebbe assurdo considerare una tragedia di dimensioni enormi alla stregua di un fascicolo qualunque, o equiparare le petizioni su Lampedusa a quelle sui liquami nelle aree metropolitane”.

La stessa lentezza procedurale che rischia di far slittare alla seconda metà del 2015 una congiunta missione a Lampedusa della Commissione petizioni e della Commissione Libe (Libertà civili, giustizia e affari interni) del Parlamento europeo, a causa di un fitto calendario di impegni. Anche su questo argomento l’eurodeputato del PD ha chiesto una sollecita risposta sull’opportunità di “effettuare, anteponendola a qualsiasi altra, vista la delicatezza e l’urgenza del tema, la missione delle due Commissioni”.

Sempre in tema di emergenza immigrazione, Michela Giuffrida (assieme alle colleghe del gruppo S&D Simona Bonafè e Caterina Chinnici) ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea chiedendo risposte concrete sul sostegno all’Italia “per accogliere questo ingente numero di richiedenti asilo ed evitare immani tragedie”, ma soprattutto per “sospendere temporaneamente il regolamento di Dublino III, rafforzare il ruolo e la dotazione finanziaria dell’agenzia Frontex proporre l’istituzione di un ufficio operativo nelle zone a forte pressione migratoria”.

La risposta della commissaria Cecilia Malmström è stata piuttosto evasiva: una serie di dati sul numero di profughi (“Da gennaio a giugno 2014, l’Italia ha registrato 20.465 richieste di asilo, a fronte di 60.880 richieste in Germania e 23.845 in Svezia”) e un distinguo sulle competenze per Dublino III (“La Commissione non ha il potere legale di sospendere i trasferimenti di richiedenti asilo”) e Frontex, poiché “spetta alle autorità di bilancio (il Consiglio e il Parlamento europeo) decidere se in futuro sarà necessario un adeguamento del bilancio”.

Nota a margine

Tutto interessante. Ma aspettiamo ancora che l’Unione europea metta mano ai soldi, visto che per ora a sostenere il costo ingente dei migranti che arrivano nel nostro Paese sono gli italiani. E, soprattutto, i siciliani.

 

Giulio Ambrosetti

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