Simulazione di reato. È il reato per cui è indagato Vincenzo Liarda, il sindacalista della Cgil di Polizzi Generosa, che da anni denuncia intimidazioni di stampo mafioso. La Procura di Termini Imerese, come scrive oggi l’edizione locale di la Repubblica, indaga su di lui, perché su una delle lettere di minacce ricevute i carabinieri del Ris hanno trovato proprio le sue impronte. Tracce che non avrebbero dovuto esserci, secondo gli investigatori, dal momento che quella missiva, arrivata via posta al sindacalista antimafia, era stata aperta dalla moglie e subito consegnata ai carabinieri.
Resta da capire, allora, perché si trovasse sul quel foglio la sua impronta. E l’ipotesi choc è che la lettera contenente pesanti minacce sia stata scritta proprio da Liarda. Intanto gli investigatori hanno perquisito la sua casa e sequestrato un pc, alla ricerca di eventuali altri riscontri. Liarda, a cui era stata assegnata una scorta poi revocata, da anni si batte per il riuso sociale del feudo di Verbumcaudo, confiscato al boss Michele Greco. Ha denunciato una ventina di intimidazioni: lettere, proiettili, danneggiamenti.
In una nota il sindacalista antimafia si dice «indignato, ma sereno» e puntualizza di ritenere «giusto che la magistratura faccia gli accertamenti dovuti». Ma Liarda respinge anche «con chiarezza e fermezza l’accusa di simulazione di reato, di cui ho avuto oggi notizia dalla stampa, ipotizzata dalla Procura di Termini Imerese. Attendo con fiducia l’esito delle indagini».
«La notizia ci lascia sconcertati» dice il segretario della Cgil di Palermo, Enzo Campo, confermando «piena fiducia» nella magistratura. «Auspichiamo che l’ipotesi, grave, di reato contestata a Liarda venga nel più breve tempo possibile chiarita, ferma restando la validità delle battaglie per l’affermazione della legalità della Cgil, della Flai e di tutto il movimento antimafia – conclude -, storicamente condotte nella nostra provincia e nella nostra regione, che hanno portato tra gli altri risultati alla riconsegna alla collettività del feudo di Verbumcaudo, sequestrato e confiscato alla mafia, e oggi utilizzato a fini sociali».
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