IERI SERA IL NOSTRO PRESIDENTE HA RITROVATO UN PO’ DI DIGNITA’ ISTITUZIONALE
Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Ieri sera il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha difeso bene la nostra Regione da quegli attacchi subdoli che la stampa nazionale si diverte, per qualche fine, a confezionare.
La puntata di In Onda su La7, alla quale ha partecipato in collegamento da Palermo, è stata il tripudio dei luoghi comuni, il concerto di quella pubblicistica intrisa di pregiudizi che descrive la Sicilia e il Sud, in generale, come il luogo degli sprechi.
Nel mirino della trasmissione gli stipendi dei burocrati dell’Ars e un titolo eloquente: la casta Sicilia. Argomenti di cui si potrebbe discutere criticamente con chi mostrasse un’onestà intellettuale che i media nazionali (e non solo), nella gran parte dei casi, non hanno. L’intento è chiaro: denigrare la Sicilia. L’obiettivo non è non conoscere la sua vera storia costituzionale, i suoi diritti negati, la natura del controverso rapporto con uno Stato italiano che l’ha sempre spremuta. L’obiettivo non è informarsi né informare.
Solita, vecchia storia. La Svimez, l’Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno, ad esempio, attraverso i suoi economisti, ha dimostrato con numeri alla mano, che il quadro che dipinge il Sud, e quindi la Sicilia, come il luogo degli sprechi di risorse pubbliche, è falso. Del tutto.
Eppure la stampa ignora tutto questo. E continua a basarsi su informazioni falsate.
Ieri su La7 , l’ennesimo conferma di una stampa nemica, per partito preso, della Sicilia. Ebbene, in mezzo a questo buio, Crocetta ha ritrovato un po’ d’orgoglio Siciliano. Attaccato per i costi della sede della Regione a Bruxulles, ha spiazzato i giornalisti in fila e in studio, chiedendo perché la Lombardia o il Veneto devono avere una sede nell’Ue e la Sicilia no.
“Perché questa domanda riguarda solo la Sicilia?”, ha detto il Presidente della Regione in collegamento da Palermo. Aggiungendo che, peraltro, i costi sostenuti sono inferiori a quelli delle altre regioni.
In studio si è farfugliato che certo, la questione riguardava anche le altre Regioni. Ma l’attacco era rivolto solo alla Sicilia, come ha indirettamente sottolineato Crocetta. Confermando quella sorta di ‘razzismo’ culturale che da sempre caratterizza la stampa nazionale asservita chi sa a cosa, chi sa a chi, e sempre dedita a parlare male della Sicilia.
Si è redento Crocetta? Ha finalmente preso coscienza della necessità di difendere la Sicilia e i siciliani dagli attacchi insulsi? Tradurrà questo orgoglio anche sui tavoli ministeriali per dire che i siciliani sono stanchi dello scippo di risorse che Roma attua da oltre 60 anni? Si rimangerà quel terribile accordo che prevede la rinuncia ai contenziosi con lo Stato?
Speriamo.
Quello che è certo, come scriviamo in altra parte del giornale, è che, alla fine si dileggiano tutti i siciliani e che gli attacchi della stampa nazionale non sono casuali. Arrivano in un momento in cui un Governo non eletto vuole imprimere una svolta autoritaria e centralista nel rapporto con le regioni. Bisogna quindi ‘picconare’ l’Autonomia siciliana. I cui nemici, come scrisse Pio La Torre in questo memorabile articolo, sono sempre gli stessi: i poteri forti che vogliono imporre il capitalismo monopolistico e che controllano i media.
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