Studenti con disabilità si incatenano per protesta «Catene simbolo dell’indifferenza delle istituzioni»

Un problema «che si ripete ogni anno». Le famiglie degli alunni con disabilità vivono nell’incertezza che vengano garantiti i servizi di base perchè i loro figli possano andare a scuola. Questa mattina, nel corso di una protesta organizzata dall’Anffas onlus, gli studenti e i loro genitori si sono incatenati ai cancelli dell’istituto superiore Majorana di Palermo. Una manifestazione in rappresentanza di tutta la Sicilia, per la difesa del diritto allo studio. Dal rientro delle vacanze di Natale a oggi i servizi di assistenza igienico-personale, autonomia e comunicazione e servizio trasporto, infatti, non sono ancora partiti nella maggior parte delle scuole superiori di Palermo e della Sicilia.

«Protestiamo contro la precarietà, tutta siciliana, del diritto allo studio – afferma Antonio Costanza, presidente Anffas onlus – tantissime famiglie hanno preso parte alla manifestazione e si sono uniti a noi anche dei passanti che si sono avvicinati per chiedere notizie sulle ragioni che ci hanno spinto a essere qua oggi». Un problema che a Palermo riguarda circa un migliaio di studenti ma il numero potrebbe anche essere superiore: «Con l’erogazione dei servizi a singhiozzo – aggiunge – e con la confusione tra diritto e concessione, non si è neanche in grado di capire bene quali sono i bisogni dell’alunno. Ci stiamo riempiendo la bocca con le parole diritto allo studio o inclusione, quando non si capisce che c’è un problema già di accesso fisico alle scuole». Un’incertezza che demotiva famiglie e ragazzi: «Abbiamo detto che la disabilità non è un problema del singolo ma un problema della collettività. Diciamo agli alunni con disabilità che con i giusti supporti possono fare tutto al pari degli altri e poi questi supporti non glieli diamo, fingendo problemi di risorse economiche che non ci sono o agendo dietro la logica dello scaricabarile».

I servizi erogati dalla città metropolitana di Palermo al momento sono: assistenza alla comunicazione per 79 studenti, assistenza all’autonomia per 459 studenti, assistenza igienico personale per 461 studenti, trasporto per 407 studenti. In città, grazie all’intervento dell’amministrazione comunale il problema, almeno per il momento, è stato scongiurato: «Ho disposto, dandone comunicazione alla Regione – ha detto il sindaco Orlando tre giorni fa –  la ripresa immediata di tutti i servizi di assistenza per gli studenti con disabilità delle scuole superiori dell’area metropolitana». I servizi sono stati sospesi in tutta la Sicilia a seguito dell’entrata in vigore della Legge Regionale n. 24 del 2016 che ha trasferito alla Regione le competenze. In assenza del Bilancio di previsione regionale «gli uffici di Palazzo d’Orleans hanno comunicato alle scuole e alle città metropolitane di dovere sospendere tutte le attività di assistenza», ha precisato il sindaco. L’area metropolitana di Palermo però anticiperà le somme, pari a circa sei milioni di euro, per conto della Regione, riprendendo dei servizi essenziali e indispensabili «che non possono essere mortificati da tempi e logiche della burocrazia che confliggono con il diritto allo studio», ha concluso Orlando.

«È stato sicuramente un atto di grande responsabilità – commenta Costanza – che noi abbiamo apprezzato. A settembre i servizi a Palermo sono iniziati per tempo. È stato il primo anno da quando si ha memoria, che sono partiti il primo giorno di scuola. Però ribadisco, si tratta di un diritto acquisito o di concessione? Non c’è la possibilità. o meglio la volontà di programmare per tempo. Spesso è ritenuto tollerabile che la scuola per gli alunni disabili cominci con giorni di ritardo. Purtroppo questo tipo di atteggiamento non fa che stancare le famiglie e gli stessi alunni con disabilità, che si sentono inermi e gli viene voglia di arrendersi». Da lì il significato forte che ha orientato l’associazione verso la scelta di incatenarsi. «Le catene rappresentano l’indifferenza istituzionale a più livelli. Anche le scuole hanno la loro responsabilità secondo me – aggiunge –  Oggi nella scuola dove eravamo incatenati non è sceso un solo docente per esprimere almeno una parola di solidarietà. A Palermo è stato messo un tappabuchi. Le famiglie dovrebbero vivere serene con la consapevolezza di avere i servizi garantiti. Questi ripartiranno la settimana prossima grazie a questo anticipo. Ma quanto dureranno? Fino a marzo? Nel resto della Sicilia quante ore sono garantite al giorno? Palermo anzi ad oggi è una delle città più coperte dal punto di vista dei servizi».     

Molti genitori hanno anche problemi per il trasporto. «Oggi protestava insieme a noi un papà di Cinisi che fa quattro volte al giorno la strada per accompagnare il figlio a scuola. Quest’uomo ha perso il lavoro, per altre ragioni, e avrebbe la necessità di cercarsi un impiego la mattina per sostentare la famiglia. Lui però continua a viaggiare ogni giorno perchè ritiene che sia importante che il figlio vada a scuola. Il trasporto è un diritto, non è un optional». Infine Costanza lancia un appello alla scuola: «Vorrei chiedere loro cosa stanno facendo per sensibilizzare gli alunni senza disabilità sull’argomento. Che messaggio stiamo dando agli studenti? Scegliamo di protestare nelle scuole perchè il cambiamento parte da qui». 

Stefania Brusca

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