Stretto di Messina, nuove coincidenze fra treni e navi Nuovo sistema entrerà in vigore a partire dal 29 luglio

Rispondere alle vere esigenze di chi viaggia in treno e garantire una reale contribuita territoriale. Entra in vigore un nuovo sistema di coincidenze treno-nave sullo Stretto di Messina. Dal 29 luglio il gruppo Fs riorganizza gli orari dei treni ad alta velocità e dei mezzi navali. 

Un sistema più efficiente di collegamento e sinergia tra vettori pubblici che garantirà maggiore funzionalità dei servizi e coincidenze di orari anche in caso di ritardi. A chiedere che venisse rimodulato il sistema dei trasporti per anni è stata la Uiltrasporti che ha sempre denunciato come Trenitalia e Rfi, seppur aziende dello stesso gruppo, non riuscissero a organizzare un servizio su misura delle esigenze dei viaggiatori che dovevano attraversare lo Stretto.

«Oggi scopriamo che finalmente le cose che apparivano complicate diventano semplici – dichiara Michele Barresi, segretario generale Uil Trasporti Messina -. Con una disposizione interna, dal prossimo 29 luglio, Rfi-Blujet porrà in essere modalità operative concordate con Trenitalia che permetteranno ai viaggiatori, anche in caso di ritardo dei treni alta velocità, di avere sempre un mezzo navale del vettore pubblico disponibile per attraversare lo Stretto».

«È un piccolo ma importante passo in avanti – conclude Barresi – che, se ben strutturato, darà ulteriori opportunità occupazionali nel settore. Da sempre questo sindacato sostiene la necessità che i collegamenti marittimi veloci tra Messina-Villa-Reggio debbano avere sempre maggiore frequenza e puntualità. Tutto questo al fine di rispondere alle esigenze delle migliaia di viaggiatori che ogni giorno si muovono tra le due sponde e dare stabilità occupazionale alle centinaia di lavoratori marittimi e dell’indotto. È chiaro che questo non potrà distrarci dal vigilare sull’attuale condizione e continua dismissione negli anni del comparto navigazione Fs e dei treni a lunga percorrenza, oggi ridotti al lumicino ed in condizioni non degne di una regione europea».

Simona Arena

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