E’ stata una sentenza storica quella che lo scorso ottobre ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire con più di 5 milioni di euro i familiari delle vittime della strage di Ustica. Adesso l’avvocatura dello Stato si è opposta davanti alla corte d’Appello civile di Palermo, chiedendo il rigetto delle domande di risarcimento. Il 27 giugno del 1980 furono 81 le vittime causate dall’esplosione e dall’inabissamento nel mare tra Ustica e Ponza, dell’aereo Dc9 Italia.
L’avvocato dello Stato Maurilio Mango ha chiesto il rigetto per prescrizione o infondatezza e di porre a carico dei famigliari «il pagamento delle spese di lite oltre che quelle prenotate a debito».
Lo scorso ottobre era stato il giudice monocratico di Palermo, Sebastiana Ciardo, a condannare i due ministeri a un risarcimento di 5 milioni 637mila 199 euro. Destinati a 14 familiari – o eredi di essi – di Annino Molteni, Erica Dora Mazzel, Rita Giovanna Mazzel, Maria Vincenza Calderone, Alessandra Parisi e Elvira De Lisi.
Ancora all’inizio di marzo era arrivata, sempre dallo stesso giudice, un’altra condanna di risarcimento – poco più di 1 milione di euro – a favore di quattro familiari di Gaetano La Rocca. Il procedimento per i parenti di La Rocca era stato, infatti, stralciato per un errore in un documento.
Sono diversi i procedimenti per risarcimento ancora pendenti in appello. Mentre nel gennaio 2013 la Cassazione si era già pronunciata in maniera definitiva per un altro caso sulla richiesta fatta dai familiari di quattro vittime della strage dando loro ragione e giudicando infondata la tesi della prescrizione.
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