Sono arrivati già verso le 17 i due cortei, poi confluiti in un’unica grande marea umana, partiti da via D’Amelio e dal carcere Ucciardone fino all’albero Falcone, in via Notarbartolo. Tutti in attesa, fra cori, musica e mini concerti di intrattenimento, solo di quel momento. Che poi finalmente arriva. Sono le 17:58 quando risuonano, lente e suggestive, le note del Silenzio davanti all’albero, accanto all’edificio dove abitavano Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo. Ventisei anni fa una potente carica esplosiva fece saltare in aria il tratto di autostrada all’altezza di Capaci. A morire insieme ai due magistrati anche tre agenti della scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Dal palco, a dare l’avvio al Silenzio, la lettura dei nomi delle vittime degli attentati di Capaci e di via d’Amelio. Infine, il lungo e commosso applauso delle migliaia di persone che hanno partecipato, soprattutto giovanissimi giunti da ogni parte d’Italia.
Sulla scia di questo ultimo intensissimo momento si chiudono le manifestazioni della giornata. Le ultime, i due cortei confluiti in via Notarbartolo, caratterizzate da un altro gesto simbolico e immancabile di questa giornata: l’affissione dei lenzuoli bianchi ai balconi delle palazzine che si affacciano lungo il percorso in cui in migliaia hanno sfilato oggi. «Cosa nostra pensava di ucciderli ma invece li ha resi immortali», ha scandito poco prima dal palco il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Rhao, sicuro che «le mafie saranno battute da noi tutti insieme».
Gli fa eco anche Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso, presente stamattina nell’aula bunker dell’Ucciardone e arrivata anche lei col corteo in via Notarbartolo: «Palermo non è mafia, ma è anche mafia. Chi oggi, dopo anni, ha steso le lenzuola sui balconi, vuole dirci che è con noi». In piazza anche il sindaco Leoluca Orlando, alcuni assessori e la fotografa Letizia Battaglia. Sul palco anche Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, secondo il quale Palermo, nonostante tutto, «ha saputo resistere». C’è anche l’ex presidente del Senato Pietro Grasso, che ha sottolineato il numero enorme di partecipanti alle commemorazioni di oggi: «Siamo sempre di più, e questo ci dà speranza e coraggio».
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