Non aveva assunto droghe il giorno in cui è morto, ma non si può escludere, stando a quanto riferito, che il giorno della strage non fosse sotto l’effetto di droghe. Si tratta di Anis Amri, il terrorista tunisino autore della strage di Berlino ucciso in un conflitto a fuoco con due poliziotti a Sesto San Giovanni (Milano), faceva uso abituale di cocaina e hashish. Sono questi gli esiti dell’autopsia disposta dalla Procura di Monza e in particolare degli esami tossicologici. Dalla relazione medico legale – da pochi giorni depositata alla Procura di Monza, guidata da Luisa Zanetti – con gli esiti conclusivi dell’autopsia e degli esami tossicologici, è emerso, dunque, che il tunisino faceva uso abitualmente di cocaina e hashish.
Stando a quanto spiegato, il giovane quindi potrebbe aver assunto stupefacenti anche il giorno della strage al mercatino di Berlino, ossia il 19 dicembre scorso, anche se sul punto non ci sono riscontri certi. Non risulta, invece, dalle analisi un’assunzione di droghe nelle ore precedenti a quando è stato ucciso. Amri è morto nel conflitto a fuoco nella notte tra il 22 e il 23 dicembre scorso. A metà gennaio scorso i media tedeschi, citando un rapporto degli investigatori, avevano scritto che il killer di Berlino consumava regolarmente cocaina e ecstasy ed era anche uno spacciatore.
Nel suo Paese d’origine, tra l’altro, sempre secondo i media tedeschi, era stato accusato varie volte per reati di droga e anche dopo il suo arrivo in Germania aveva continuato a spacciare. Nei giorni scorsi, tra l’altro, dalle indagini della Digos, coordinate dal capo dell’antiterrorismo milanese, il pm Alberto Nobili, era emerso anche che Amri probabilmente nella sua fuga avrebbe voluto raggiungere la Sicilia e, in particolare, Palermo dove era stato detenuto e dove aveva conosciuto una donna siciliana con cui aveva avuto una frequentazione. Donna che, però, sentita dagli investigatori, ha detto di non sapere nulla della fuga e della volontà di Amri di raggiungerla.
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