Mr Pungolo e Alice nel paese delle meraviglie. Le avventure quotidiane dei siciliani lungo le strade traballanti dell’isola fanno soltanto da sfondo alla querelle, tutta politica, tra Marco Falcone e Giancarlo Cancelleri. L’assessore regionale e il viceministro ieri sono tornati a rilanciare la contesa, che da tempo li vede impegnati, sullo stato delle infrastrutture siciliane. Sulle responsabilità da addebitare l’uno all’altro e dunque, per interposta persona, al governo regionale o nazionale, e al contempo contendersi ciò che, nel quadro generale tutt’altro che roseo, possa essere spacciato come un merito. Lo spunto è la prossima riapertura del viadotto Himera sull’autostrada Palermo-Catania, per cinque anni ferita simbolica che ha diviso la Sicilia in due. Venerdì questa storia dovrebbe finire, ridando agli automobilisti la possibilità di tirare dirtto. Mentre la disputa politica sembra destinata ad andare avanti. D’altra parte motivi non ne mancano.
L’A19 non è solo l’Himera
La prima stoccata, ieri pomeriggio, è arrivata da Cancelleri. Il viceministro ha definito «stucchevole» la narrazione che Falcone ha fatto della ricostruzione del viadotto. «Riconsegnarlo dopo cinque anni sicuramente non è un vanto, purtroppo è la realtà dettata dai tempi delle procedure e della burocrazia sulla quale sono intervenuto personalmente e con un risultato tangibile: lo sblocco e la riapertura», ha detto il pentastellato definendo Falcone sarcasticamente Mr Pungolo, per le dichiarazioni con cui l’assessore della giunta Musumeci ha sottolineato l’impegno del governo nell’avere pressato costantemente Anas affinché i lavori accelerassero.
Falcone, che nei mesi scorsi si è detto pronto alle dimissioni davanti a un ulteriore rinvio della riapertura, ha risposto a stretto giro. «Ci dispiace di aver interrotto i sogni di Alice nel Paese delle meraviglie – ha detto Falcone facendo riferimento a Cancelleri -. Sarebbe bene che giorno 31, prima di andare al viadotto Himera, qualcuno si faccia un giro sui 192 chilometri della Palermo-Catania. Anzi, se riesce, quel qualcuno venga con la ministra De Micheli con cui è notorio non avere particolare feeling. Porti pure il presidente Giuseppe Conte, facendolo atterrare a Fontanarossa per poi raggiungere l’Himera lungo l’A19. Arrossirebbero dalla vergogna, catapultati in un’autostrada che sembra un videogioco, con trappole e tranelli da superare a ogni chilometro».
Le Provinciali
Il botta e risposta a distanza ha riguardato l’ormai datata questione del commissario straordinario per le strade provinciali. L’ipotesi di affidare a una figura ad hoc la gestione degli interventi – in ballo ci sono circa trecento milioni di euro – da effettuare sul tallone d’Achille del sistema infrastrutturale isolano è in campo da ormai due anni. A fine 2018d era stato il governo Musumeci a deliberare la richiesta indirizzata a Roma. Da allora, nonostante il nome sia stato individuato nel direttore del Provveditorato alle opere pubbliche per la Sicilia e la Calabria Gianluca Ievolella, nulla di concreto è stato fatto. Anche dopo che il decreto Milleproroghe ha aggiornato e definito i contorni dei poteri commissariali in un primo tempo previsti dal decreto Sblocca Cantieri.
«Il singor Pungolo da mesi ormai – ha attaccato Cancelleri – deve semplicemente comunicare la lista delle strade provinciali per cui il governo, già nel Conte 1, ha predisposto un commissario straordinario per intervenire e spendere velocemente i fondi messi a disposizione della Regione per la manutenzione». Bacchettata che Falcone rimanda al mittente. «Sulle strade provinciali – ha ribattuto l’assessore – vorrei ricordare che il presidente Musumeci ha dato l’ok da oltre otto mesi alla nomina di Gianluca Ievolella a commissario per la viabilità. Si ricordi, Alice, che ancora l’ingegnere Ievolella aspetta tale nomina per mettere a punto i primi interventi. Tutto ciò malgrado le reiterate richieste del nostro governo». Stando a quanto risulta a MeridioNews, nelle ultime settimane la Regione ha lavorato alla definizione di un elenco di arterie che concretamente dovrebbe essere inviato a Roma e poi messo in mano al commissario.
Anas e Cas, due pezzi di cuore
Lo scontro frontale tra Cancelleri e Falcone raggiunge l’apice nella differenza di vedute che entrambi hanno su Anas e Cas, le due società che gestiscono le autostrade in Sicilia. Verso la prima, controllata dallo Stato, ha più volte mostrato vicinanza e fiducia il viceministro, che a sua volta non ha esitato a lanciare strali verso il Consorzio autostrade siciliane, ente regionale che si occupa della A20 e della A18. Di contro Falcone – con il pieno sostegno di Musumeci – non hanno mancato in questi anni di criticare aspramente le condotte di Anas in Sicilia, mentre ha più volte sottolineato i passi avanti fatti nella gestione del Cas dopo l’eredità lasciata dal governo Crocetta.
«Si vanta dei tempi e del lavoro del Consorzio autostrade siciliane, che ricordo registra più di ottocento non conformità sul piano della concessione», ha detto Cancelleri ieri. «Alice cerchi di informarsi meglio. Parli con i direttori generali competenti e si faccia dire se è vera quella cifra che i cinquestelle ripetono come pappagalli. In questi due anni, la cifra è stata di gran lunga ridotta ed è sicuramente inferiore a 150», è stata la risposta di Falcone. Che poi ha ricordato che «il Cas in questi primi mesi del 2020 è stata la stazione appaltante di Sicilia che ha immesso più denaro nel settore lavori pubblici dopo Rfi».
Nei reciproci attacchi, entrambi non hanno menzionato le numerose inchieste giudiziarie che negli anni hanno travolto sia Anas che Cas. Portando alla luce casi di corruzione che per gli inquirenti sono sistemici, più che eccezionali. Mazzette pagate dalle imprese per ottenere gli appalti e, una volta avuti, per fare in modo di risparmiare il più possibile nei lavori. A discapito, chiaramente, della qualità delle opere realizzate che, parlando di strade, significa sicurezza.
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