Storica libreria La Paglia non vende più i libri di Feltri «Un manifesto come atto di indignazione personale»

L’ultimo libro di Vittorio Feltri che conservate in magazzino? «Devo controllare il cestino della spazzatura». La provocazione è di Enrico Morgano, titolare della storica libreria a conduzione famigliare La Paglia. Poche parole che bastano a esprimere tutto il dissenso nei confronti del direttore del quotidiano Libero. Tanto da renderlo pubblico attraverso un manifesto appeso alla porta della bottega di via Etnea giunta ormai alla quarta generazione: «In questa libreria siciliana e indipendente non si vendono libri scritti da Philippe Daverio e Vittorio Feltri», si legge in vetrina. 

Ed è così che dopo l’iniziativa promossa dalle edicole siciliane, anche alcuni librai si stanno rifiutando di proporre ai propri clienti le pubblicazioni di chi più volte ha inneggiato contro il Meridione. Ultimo episodio durante la messa in onda del programma condotto dal giornalista Mario Giordano, Fuori dal Coro. L’altro personaggio finito nel mirino è il critico d’arte Daverio, le cui parole «in Sicilia sono terroni e mi fanno paura» sono balzate agli onori delle cronache dopo che, nella trasmissione Il Borgo dei Borghi, il critico e presidente della giuria di valutazione aveva scelto, come miglior borgo d’Italia la cittadina di Bobbio, ribaltando l’esito del televoto che aveva invece premiato il Comune siciliano in provincia di Siracusa di Palazzolo Acreide

«Per quanto riguarda i libri di Daverio non li vendiamo ormai da ottobre 2019 – spiega a MeridioNews il titolare della libreria  – quando, dopo le parole pronunciate dal critico, abbiamo comunicato alla Rizzoli che non avevamo più intenzione di ricevere le sue pubblicazioni». In merito al direttore di Libero «abbiamo modificato il manifesto il giorno dopo le dichiarazioni». Risultato? Alla libreria su tre titoli di Daverio a disposizione, non ne è rimasto neanche uno. Dei libri di Feltri «ne abbiamo solo uno, ma non abbiamo intenzione di venderlo: siamo in attesa di restituirlo all’editore», spiega Morgano.«Speriamo – prosegue – che non ci costringano ad andare oltre e rinunciare alla vendita delle pubblicazioni di altri autori perché siamo poveri e rimarremmo poveri ma di certo non ci arricchiamo con i libri di Feltri o di Daverio», afferma convinto. «Perché – ironizza- come diceva Totò “Ogni limite ha una pazienza”».

Una presa di posizione, quella dei due fratelli a capo della gestione della libreria, che non vuole essere un’iniziativa pubblicitaria «come – incalza il libraio – le spacconerie di questi personaggi ai quali interessa solo sollevare una polemica che aumenti lo share», ma «un atto di indignazione personale che sono certo che altri miei colleghi stanno valutando». Una libera scelta, dunque, che forse avrebbe potuto essere lasciata alla discrezione dei singoli lettori? «Guardi – ribatte – io a casa mia decido per me, se a qualcuno può non piacere la mia scelta può andare altrove. Non voglio sollevare un polverone, preferisco essere povero economicamente ma ricco dentro, dando spazio a uno scrittore locale piuttosto che a personaggi anacronistici che additano i siciliani come inferiori».

Ma a quanto ammontava l’introito generato dai titoli ormai non più disponibili? «Fortunatamente non una grande ricchezza – risponde Morgano -, qualcuno particolarmente affezionato ai programmi televisivi si è presentato, ma questa grande perdita non l’abbiamo registrata e non la registreremo». Al di là di ogni polemica, la libreria ha riaperto ormai due settimane fa e gli affari sembrano procedere per il meglio, con una sorpresa che per i librai indipendenti è segno che la direzione intrapresa sia quella giusta. «Forse per la scusa di poter uscire o perché la libreria offre quelle medicine che non hanno controindicazioni, ma c’è stata un’affluenza che ha premiato la nostra presenza». Il primo libro venduto? «Sono fiero che sia stato La concessione del telefono di Andrea Camilleri». Ironia della sorte lo stesso scrittore, scomparso a luglio 2019,  anche lui finito nel mirino di Feltri.

Gabriele Patti

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