Ogni anno, nel mondo, vengono buttati in discarica più di un miliardo di tonnellate di alimenti ancora commestibili; ogni cittadino europeo mediamente ne getta 179 chilogrammi. Un assurdo spreco di cibo, e (paradossalmente) anche di materiale potenzialmente utile per realizzare fertilizzante naturale, il prezioso compost. A Ragusa sono state realizzate due distinte iniziative che hanno in comune questi elementi. Partendo dai dati allarmanti sulla perdita di prodotti ancora commestibili, il circolo Il carrubo di Legambiente ha dato vita all’iniziativa sperimentale Non scado. I risultati ottenuti sono sorprendenti: oltre dieci tonnellate di alimenti in perfette condizioni sono stati recuperati e distribuiti a cinque organizzazioni che operano nel sociale nel territorio ibleo. Il sistema ha interessato cinque supermercati, un centro di confezionamento ortaggi e alcuni panifici. «Abbiamo messo in relazione chi aveva dei prodotti e chi ne aveva bisogno», spiega Antonino Duchi, presidente del circolo.
Gli alimenti distribuiti sono «quelli in scadenza, con dei difetti nella confezione oppure con la classica dicitura “da consumare preferibilmente entro il“», afferma l’ambientalista. Nel caso dei panifici, si tratta di pane o prodotti rustici del giorno precedente ma ancora perfettamente conservati. «Ci stiamo allargando anche nel settore della distribuzione degli ortaggi», prosegue. Prodotti troppo piccoli o troppo grandi che difficilmente possono essere confezionati negli imballaggi standard, vengono portati da mezzi comunali o di proprietà delle singole associazioni pronti per essere consumati. A trarre beneficio dall’iniziativa sono anche gli stessi commercianti, liberati da quelli che la legge considera dei rifiuti da dover smaltire, ma che se consegnati per scopi di beneficenza possono essere liberamente trasportati.
«È un percorso virtuoso che da sperimentale vogliamo far diventare strutturale», anticipa Duchi. Il circolo da lui presieduto è già in contatto con gli assessorati iblei ai Servizi sociali e all’Ambiente che vedono con interesse un’iniziativa che coinvolge con successo entrambi i settori. In un Comune che, dopo le problematiche relative alla gestione dei rifiuti e alla raccolta differenziata, cerca di recuperare il terreno perduto. Ieri l’amministrazione ragusana ha comunicato l’avvio della distribuzione di 600 compostiere domestiche da consegnare ai «cittadini residenti nel Comune che abbiano una abitazione con giardino della superficie non inferiore a 50 metri quadri e/o con orto della superficie minima di 30 metri quadri». Basta un semplice modulo, reperibile online, per ottenere uno dei contenitori. Le richieste verranno valutate in base ad alcuni criteri che – oltre all’estensione dello spazio verde utilizzabile – terranno conto anche del numero dei componenti del nucleo familiare e della presenza più o meno costante. Un’iniziativa che spinge ad abbassare il volume dell’umido conferito in discarica e che, anche in questo caso, porta un guadagno ai cittadini. Infatti, per quanti diventeranno produttori di compost domestico è previsto un rimborso del dieci per cento sull’importo della Tares.
[Foto di mrmac04]
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