Sono circa le undici di sabato mattina e due ragazzi appena diciottenni aspettano di prendere il treno seduti su una panchina del Passiatore, la passeggiata che costeggia i binari. Devono tornare a casa, in uno dei Comuni ionici, dopo aver partecipato, insieme al resto della classe, a una conferenza. Sigaretta in bocca, ma manca l’accendino. «Volete accendere?», iniziano così quelli che Antonio definisce «i 40 minuti più lunghi della mia vita». Culminati in una rapina avvenuta sotto la minaccia di un coltello. Nell’indifferenza di chi ha assistito alla scena.
«Mentre aspettavamo si è avvicinato un uomo sui 40-50 anni – racconta il ragazzo – prima ci ha offerto di accendere la sigaretta, poi si è seduto a terra davanti a noi e ha tirato fuori un coltello. Ci ha intimato di non muoverci, che sarebbe stato peggio per noi perché aveva dei complici che ci stavano osservando. Eravamo nel panico, vedevo alcune persone attorno ferme che ogni tanto ci guardavano, ma non so dire se erano davvero lì con lui. Mentre quei pochi che sono passati hanno tirato dritto, forse per timore». La paura, la scarsa conoscenza di Catania e forse un briciolo di ingenuità paralizzano i due giovani che non riescono a fare altro che obbedire al malvivente, descritto come «un uomo brutto, senza qualche dente, con diverse cicatrici in faccia, grandi occhiali da sole, il giubbotto alzato fino al mento e una felpa con cappuccio per coprirsi la testa. Diceva di essere di San Cristoforo, sicuramente era italiano».
Sempre con il coltello puntato contro, i due sono costretti a levare il codice di blocco dai cellulari. Quindi l’uomo li costringe a spostarsi a piedi. Prima lungo la via Sangiuliano, poi, arrivati in una traversa nella zona di piazza Teatro Massimo si fa consegnare un iPhone e poche decine di euro. Non prima di un’ultima minaccia: «Non passate dalla questura perché vi seguo», ci ha detto.
Oltre il danno, anche la beffa. «Non lo sapete che alla stazione di Catania ormai funziona così?», racconta Antonio cercando di ricordare le parole dell’uomo. Negli ultimi mesi nelle vie attorno alla stazione si sono verificate numerose risse, anche a colpi di bottiglie di vetro, con inseguimenti e feriti.
I due diciottenni rapinati sabato hanno presentato denuncia ai carabinieri. «Eravamo senza soldi e allibiti – conclude Antonio – il mio amico subito dopo ha anche vomitato. Sono stati i 40 minuti più lunghi della mia vita».
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