Stavolta c’erano tutti. Il centrodestra ha chiamato a raccolta la sua maggioranza, ma soprattutto ha chiesto ai propri deputati di stare attenti in Aula e il bilancio consolidato è passato senza alcun problema. 35 voti a favore contro 27 contrari. Ieri era finita in parità, 28 a 28, con la bocciatura del documento presentato dal governo. Maggioranza che ci ha tenuto a far sapere in tutti i modi che il corto circuito di ieri non è stato dovuto a uno dei soliti screzi interni alla coalizione, ma si è trattato di un mero errore di sottovalutazione.
Di contro, c’è stato chi, sempre tra i sostenitori di Renato Schifani, ha cercato di puntare il dito contro altri, come Giusi Savarino (FdI) e Margherita La Rocca Ruvolo (FI), che hanno contestato all’assessore alle Autonomie Andrea Messina – assessore deputato, il cui voto mancante ha pesato – di avere programmato incontri istituzionali proprio in coincidenza del voto di ieri. Ma sono state in generale tutte pesanti le assenze, visto che sarebbe bastato un voto a cambiare il destino della norma. Assenze causate forse da troppa sicurezza, di certo per un pizzico di pressappochismo di troppo.
Anche oggi il voto è stato palese, ancora una volta su richiesta del gruppo del Partito democratico. Mentre dalle parti della minoranza Nuccio Di Paola (M5s) chiede all’assessore all’Economia, Marco Falcone, responsabile primo delle casse della Regione, di non avere troppa fretta e aspettare la pronuncia della corte costituzionale, incaricata a Roma di vigilare sull’ormai noto decreto spalma-disavanzo.
«Abbiamo lavorato e continueremo a lavorare per avere una situazione di bilancio regolare e ben definita – dichiara il presidente Renato Schifani – per dare ai siciliani certezze sulla tenuta della Regione e sulle risorse da utilizzare nei servizi e nell’attività amministrativa». Parole a cui fanno eco quelle di Marco Falcone, che spiega come questo passaggio amministrativo concluda di fatto «la fondamentale attività di riordino contabile, impegno da noi assunto e attuato nell’ultimo anno. In questo documento prosegue la nostra azione di allargamento del perimetro di consolidamento e dunque degli enti legati alla Regione che vengono sottoposti ad attento controllo. Nel 2018 l’amministrazione regionale riusciva a inserire nell’elenco 21 enti, oggi invece siamo a 73, rafforzando così i principi di certezza e di trasparenza che devono connotare i conti del nostro ente. Stiamo facendo chiarezza su questi enti, in gran parte attivi e strategici, ma ci sono anche dei carrozzoni che già l’anno prossimo potranno essere cancellati a decine. Con l’approvazione del Consolidato, bra – ha concluso Falcone – al reclutamento di nuovo personale attraverso le assunzioni dei vincitori dei concorsi al momento pendenti».
Gli enti rientranti nel Gap della Regione Siciliana, come riportato dal Bilancio consolidato 2022, sono 158 e cioè 23 organismi strumentali, 69 enti strumentali non in liquidazione, un organismo tecnico, 8 società controllate, 4 società partecipate, 46 enti strumentali in liquidazione, 5 società controllate in liquidazione, una società partecipata in liquidazione e una società indirettamente partecipata. Il governo regionale ha proceduto a individuare il perimetro di consolidamento, allargando a 73 il numero degli enti inseriti, applicando i principi stabiliti dalle normative sulla rilevanza dei soggetti da consolidare e sul reperimento delle informazioni contabili in tempi congrui.
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