L’allarme lo lancia Paolo Amenta, vice presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) della Sicilia: «Se il Parlamento nazionale approverà l’articolo 12 della legge di stabilità, così com’è stato formulato, le Regioni del Sud Italia perderanno 3 miliardi e mezzo di euro».
Sono le risorse del Piano di azione e coesione (Pac), fondi che erano stati riprogrammati dall’ex Ministro, Fabrizio Barca, ed assegnati al Meridione. Per la precisione, fondi europei destinati alle Regioni ad Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) non spesi e riprogrammati per essere spesi nel Sud.
«Sono risorse importanti – spiega ancora Amenta – che le Regioni del Mezzogiorno possono utilizzare per gli impianti sportivi, per la riqualificazione dei centri storici e, soprattutto, per le politiche sociali, in sostituzione dei fondi legati alla legge nazionale n. 328 ridotta di un terzo. In Sicilia, soprattutto con riferimento al sociale, queste risorse sono importantissime. Servono soprattutto per gli anziani e per l’infanzia. Risorse che i 55 distretti socio sanitari regionali hanno già programmato di spendere».
Per la cronaca, questi fondi sono non sono ancora stati utilizzati, ma le gare sono già state bandite e, in molti casi, sono in corso. Ora arriva il Parlamento nazionale e toglie i soldi dopo che le gare sono state celebrate!
«Governo e Parlamento nazionale stanno entrando a gamba tesa contro il Sud d’Italia in un settore delicatissimo – aggiunge il vice presidente di ANCI Sicilia -. Tolgono le risorse al Mezzogiorno con la scusa che non sono state utilizzate. Ma non è così, perché in molti casi sono già state programmate. Sono già inserite nei piani di spesa. Le gare, in molti casi, sono state celebrate. Quello che potrebbe succedere è assurdo. Questo si configurerebbe come uno scippo bell’e buono di 3 miliardi e mezzo di euro ai danni del Sud. Cose inconcepibili in un Paese civile».
Con la manovra del Governo e del Parlamento nazionale questi soldi vengono tolti ai Comuni del Sud – che sono già fortemente penalizzati dal taglio dei trasferimenti operato dallo Stato – e vanno a incrementare un fondo in favore delle imprese che assumono a contratto a tempo indeterminato.
«Con questa manovra – conclude Amenta – si mette in ginocchio il terzo settore in Sicilia. Già la programmazione della legge nazionale n. 328 ha ridotto la programmazione triennale per la nostra Isola da 150 a 50 milioni di euro. Ci sono da pagare i Centri per il ricovero di minori extracomunitari, la cui spesa, solo quest’anno, ammonta a 80 milioni di euro. Ora il Parlamento nazionale si accinge a tagliare i servizi agli anziani e all’infanzia per sostenere le imprese. Peggio di così non si può governare».
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