La comunicazione arriva dopo 44 minuti di discorso ininterrotto in consiglio comunale. «Non me ne vado, non scappo. Oggi è un nuovo inizio del mio mandato da sindaco». Raffaele Stancanelli ha deciso: si dimette dalla carica di senatore e resta a Catania. Anzi, va oltre la scadenza del 2013 e annuncia la ricandidatura in vista delle elezioni del prossimo anno.
A rovinare la sorpresa ci hanno pensato i colleghi del Pdl che, proprio mentre Stancanelli parlava in consiglio comunale a Catania, a Roma affidavano i loro commenti alle agenzie.
«Ha giustamente anteposto l’amore per Catania ad ogni sua altra scelta – affermava Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato – Rinunciare al seggio è un gesto coraggioso e coerente con il suo impegno per il territorio». Dello stesso tono le dichiarazioni di Gaetano Quagliariello che giudica quella di Stancanelli «una scelta da politico di classe».
Grazie al potere delle tecnologie, quindi, consiglieri e giornalisti in aula consiliare già conoscono la decisione del sindaco, mentre lui comincia ad alzare il tono di voce in vista dell’annuncio. «Rimanere al Senato sarebbe stata la cosa più semplice – dichiara Stancanelli – ma la città si sentirebbe tradita non tanto dal rappresentante politico, quanto piuttosto da quello istituzionale». E aggiunge: «Se vado via, avrei fallito». E scatta la standing ovation dei consiglieri di maggioranza. «Sei il numero uno» urla qualcuno in aula.
Il sindaco guarda poi al futuro e segna le prossime tappe del mandato: rendere attivi i parcheggi scambiatori e riconsegnare alla città piazza Europa. Quindi si rivolge all’opposizione che – come annunciato nella conferenza stampa della mattina – è assente. «Avevo promesso che non avrei fatto polemiche, ma chiedo rispetto. Parte dell’opposizione, invece, questa sera non ha dimostrato rispetto per la mia persona». Poco dopo arriva la replica di Puccio La Rosa, consigliere di Fli: «Avevamo visto giusto, è stato solo uno spreco di soldi. La conferenza stampa più costosa di sempre, 7mila euro».
Lunedì Raffaele Stancanelli consegnerà le dimissioni dal seggio di senatore. A lui subentrerà Nino Strano, passato nel frattempo nella compagine di Futuro e libertà. La scelta del sindaco di Catania quindi priverà di un voto importante il governo Berlusconi. Eppure Stancanelli smentisce le voci secondo le quali i vertici del Pdl lo avessero invitato a rimanere a palazzo Madama: «Alfano e Gasparri mi hanno incoraggiato ad andare avanti».
Numerose le reazioni politche. Per Roberto Commercio, del Mpa, Stancanelli ha dimostrato «coerenza e onestà intellettuale». Mentre il Pd, con Giuseppe Berretta e il capogruppo Saro D’Agata, ricorda come il sindaco sia stato «latitante in settori importanti» della gestione della città.
[Foto di Festa Democratica Catania]
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