Staff del sindaco, denuncia: «Nomina è illegittima» Patanè: «Giudicatemi dopo mio lavoro, non prima»

«Avrò una busta paga da duemila e cento euro netti al mese. Se vogliamo discuterne discutiamone, sono soldi pubblici ed è corretto farlo. Il mio contratto scade il 31 dicembre 2017 e le cifre di cui si parla, 120mila euro, sono complessivi e al lordo delle trattenute e dei contributi previdenziali. Non resta chissà quale cifra. E comunque va guardata in prospettiva con il mio lavoro». Paolo Patanè torna a parlare della sua nomina di componente dello staff del sindaco e lo fa dopo la nuova denuncia del movimento Catania bene comune. Che, pubblicando i provvedimenti dell’amministrazione, non esita a definirli «atti illegittimi e in violazione della legge». Tanto che «copia di tutti i documenti sarà inviata alla magistratura contabile al fine di poter essa valutare eventuali violazioni di legge».

A motivare l’intervento di Catania bene comune sono essenzialmente due elementi: il primo è la situazione del Comune di Catania, in «gestione provvisoria» del bilancio (visto che quello di previsione per il 2016 non è ancora stato redatto), obbligato ad assumere «impegni di spesa solo nel caso in cui la mancata assunzione della stessa rechi danno patrimoniale grave e certo all’ente». Solo provvedimenti necessari, quindi, che dovrebbero essere contrassegnati con una dicitura specifica. Dicitura che, nel caso della nomina di Patanè, non ci sarebbe. «In quanto è un atto assolutamente inutile per l’attività amministrativa – sostiene Catania bene comune – superfluo e che non porta alcun vantaggio alla città».

In aggiunta, nel provvedimento con il quale si conferisce l’incarico a Patanè, si cita l’articolo del Testo unico degli enti locali (Tuel) in cui si fa riferimento agli «uffici posti alle dirette dipendenze del sindaco». La legge prevede che possano essere composti da dipendenti o da collaboratori esterni assunti con contratto a tempo determinato – come nel caso di Paolo Patanè – «salvo che per gli enti dissestati o strutturalmente deficitari». E le casse di Palazzo degli elefanti sono in questo momento al centro di una polemica di lungo corso che coinvolge anche la sezione di controllo regionale della Corte dei conti, che vuole vederci chiaro sull’attuazione del piano di riequilibrio del Comune. «Su questo punto – risponde Patanè – l’amministrazione è supportata da una valutazione di tipo legale. Si è ritenuto che la nomina del sottoscritto non rientrasse nella fattispecie di riferimento».

«Onestamente? Rispetto a questa questione c’è stato un sovradimensionamento dell’attenzione mediatica», afferma il nuovo assistente di Enzo Bianco. «A fronte di un ruolo pubblico e di denaro dei cittadini è giusto che ci siano i riflettori puntati, perché qualunque cifra è di proprietà dei catanesi. Ma le cifre, esposte senza spiegazioni, rischiano di trarre in inganno». Lo stipendio che percepirà, a suo avviso, «è ben lontano da emolumenti scandalosi. È ragionevole: il vero tema è se il lavoro verrà svolto seriamente oppure no. Io ho un dovere nei confronti della cittadinanza». E il fatto stesso che lui sia stato definito «il portaborse» del primo cittadino avrebbe «di per sé un intento chiaramente denigratorio. Io sono il coordinatore della segreteria tecnica del sindaco e, sulla base della mia storia, dico che è giusto che nessuno venga sfregiato con l’uso di una terminologia di per sé offensiva», puntualizza.

L’altro tema sollevato da Catania bene comune, infine, è quello legato all’assenza di selezione pubblica. Cosa che era prevista già nell’atto di indirizzo politico firmato dalla giunta guidata da Bianco. Nonostante molte altre amministrazioni comunali d’Italia si siano comportate diversamente. «Avrei inviato il mio curriculum e partecipato a una comparazione con altri candidati? Certamente – aggiunge Paolo Patanè – A nessuno fa piacere essere coinvolto in discorsi urticanti come questi. Motivo per il quale io sono sempre più contento quando si usano strumenti al di sopra di ogni possibile contestazione. Nel mio caso è stato fatto: il mio contratto è conforme alla legge. Eppure sono stato strumentalizzato, prima ancora che si guardi al mio lavoro e a quello che sto già facendo e farò per la città». Il suo primo incarico ha riguardato l’insediamento di Bianco come sindaco della città metropolitana di Catania. Il prossimo, invece, è fissato per sabato: alle 18.30, nel cortile di Palazzo degli elefanti, ci sarà una commemorazione per le vittime dell’attentato a Orlando, in Florida

Luisa Santangelo

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