Stabilimento Lukoil, a Siracusa protesta dei lavoratori Giovedì il tavolo in prefettura tra sindacati e aziende

Dal 14 ottobre bloccano gli accessi al petrolchimico siracusano, rallentando notevolmente il rifornimento delle autobotti che poi distribuiscono benzina alle varie stazioni siciliane. A protestare sono i lavoratori della Comes, una ditta che lavora all’interno dello stabilimento Lukoil, occupandosi di manutenzione degli impianti. 

Negli scorsi giorni la multinazionale petrolifera russa ha annunciato di voler ridurre il personale dalle attuali 156 unità a 60. Un taglio drastico che ha avuto come conseguenza la messa in liquidazione della Comes, decisa dai vertici della proprietà dopo appena sei mesi dall’affidamento del contratto. Ma gli operai non ci stanno e per questo motivo hanno optato per una serie di blocchi – 24 ore su 24 lungo le tre entrate dello stabilimento – alle autobotti che devono accedere al polo petrolchimico. 

Insieme a loro sono scesi in strada gli attivisti di Officina Rebelde e i lavoratori del Movimento Aretuseo contro le morti bianche sul lavoro. «La vertenza va avanti da fine luglio», dice Federico Galletta, militante siracusano. «I lavoratori sono determinati, al momento rallentano notevolmente gli accessi dei camionisti e vengono fatti passare solo i carichi di carburante destinati alle emergenze. Ma la crisi del petrolchimico va avanti da anni, ai presidi c’è una rabbia latente pronta ad esplodere». 

Intanto l’annunciato tavolo in prefettura, previsto per ieri tra sindacati e aziende, è stato rinviato a giovedì. Il movimento aretuseo denuncia che a seguito delle mobilitazioni operaie «a Priolo si è fatto notare un insolito traffico di reparti della celere. Nel frattempo dentro all’impianto comincia a scarseggiare la nafta per le macchine e gli automezzi, tanto che avvengono piccoli furti tra squadre operaie stesse». Dalle scelte di Lukoil l’impressione che i lavoratori ricavano è che «a un’impresa multinazionale non importa se gli impianti del Petrolchimico non funzionano bene e provocano morti tra gli operai e danni all’ambiente circostante con continui incidenti». 

Ai presidi comunque l’intento è di proseguire col rallentamento delle autobotti fino all’esito del tavolo. «Noi non ci spostiamo – conferma Sebastiano, tra gli operai in lotta -. Attendiamo venerdì l’esito dell’incontro sulla vertenza. Sappiamo che c’è una trattativa con due società che potrebbero subentrare alla Comes. Ma chiediamo che vengano riassorbiti tutti i lavoratori».

E mentre oggi comincia il settimo giorno di blocchi, i sindacalisti Comes hanno dichiarato ai giornali che fino ad ora sono stati prodotti 14 milioni di euro di danni alla produzione.

Andrea Turco

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