«Proprio ieri abbiamo inviato l’elenco di tutti i dipendenti alla prefettura. Che io sappia, siamo in attesa di una risposta». Rosario D’Agata, assessore all’Ambiente del Comune di Catania, è rimasto sorpreso nell’apprendere la notizia che il pluripregiudicato Orazio Buda – cugino del boss del clan Cappello Orazio Privitera e sotto inchiesta perché accusato di avere imposto i suoi servizi allo stabilimento balneare La cucaracha di viale Kennedy – è il responsabile delle aree di sosta delle spiagge libere etnee. «Il gestore mi risulta essere Massimiliano Consoli – sostiene D’Agata – Io non ho notizia di altre persone, non sapevo di Buda. Ma se così è, e non possiamo fidarci solo delle informazioni apprese a mezzo stampa, è ovvio che ci sia un problema. Valuteremo la revoca dell’appalto». Un altro grattacapo, l’ennesimo, nell’aggiudicazione della gara per gli spazi pubblici alla Playa e alla scogliera.
La risposta della giunta arriva in un momento delicato, perché l’appalto è stato affidato alla società Caffè Napoleon di viale Nitta, e «se noi blocchiamo tutto adesso, ci sarà sicuramente il ricorso e quant’altro», dice l’assessore. «Non sono cose semplici – continua Rosario D’Agata – Dobbiamo fare i conti anche con gli ostacoli di legge rispetto al comportamento che una pubblica amministrazione può tenere». Certo è che, come spiegato dallo stesso titolare, Orazio Buda non è l’unico pregiudicato tra i dipendenti della Caffè Napoleon. «Bisogna dare una possibilità a queste persone, io una chance la do a tutti», diceva a MeridioNews il titolare dell’azienda. «La posizione di un ente come il Comune di Catania deve essere diversa – replica D’Agata – Bisogna valutare le questioni di opportunità politica che un fatto simile potrebbe sollevare. E poi c’è il fatto che la stagione balneare è nel pieno svolgimento…».
L’apertura degli stabilimenti comunali, poi, è avvenuta in ritardo. E dopo la burrascosa revoca del primo affidamento, che era andato alla società Fraggetta Fabio & C., la stessa che aveva gestito le spiagge libere negli anni passati. In modo spesso problematico, causando più di qualche imbarazzo all’amministrazione. Anche con la seconda impresa, però, sembra che Palazzo degli elefanti non possa dormire sonni tranquilli. Così l’affidamento del servizio a una società che conta tra i suoi dipendenti Orazio Buda sarebbe, secondo il movimento politico Catania bene comune, «di una gravità inedita e sconcertante». A maggior ragione perché «chi è accusato di estorsione ai lidi proprio tramite la gestione dei parcheggi – continuano gli attivisti – adesso gestisce i parcheggi del Comune di Catania».
Quella delle aree di sosta vicine alle spiagge libere è uno dei pochi capitoli che fanno sì che l’appalto sia un affare conveniente per l’azienda che se lo aggiudica. La Caffè Napoleon lo ha vinto e dovrà pagare al municipio un canone d’affitto di 45mila euro l’anno per il prossimo triennio. A esclusione, però, del 2016. Perché l’amministrazione, nel documento con il quale affida il servizio alla ditta di Librino, stabilisce che «il canone annuo 2016 venga diminuito proporzionalmente al periodo di effettivo utilizzo delle strutture, che si stima sia dal 30 luglio al 30 settembre». Il riferimento è ai ritardi patiti dai cittadini che attendevano l’apertura degli stabilimenti pubblici. La conseguenza è che per quest’anno invece che 45mila euro l’amministrazione incasserà 18.529 euro: meno della metà di quanto previsto. Non solo: «Il Comune di Catania ha dovuto contribuire alle spese dell’azienda per noleggiare circa 18 bagni chimici», denuncia il consigliere comunale Ludovico Balsamo. Un affitto reso necessario dal fatto che l’amministrazione non è riuscita a garantire l’allaccio delle spiagge con gli scarichi fognari catanesi.
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