Spese pazze all’Ars, Musotto (Mpa) condannato Banchetti, auto e viaggi: restituirà 589mila euro

Soldi per pagare la sede del partito, banchetti, viaggi, pranzi di amici a carico delle casse regionali. L’ex capogruppo del Movimento per l’autonomiaFrancesco Musotto, dovrà risarcire la Regione di 589mila euro per le spese ingiustificate con i fondi del gruppo parlamentare all’Ars. Lo hanno deciso i giudici della Corte dei Conti ed è la prima sentenza della magistratura contabile a seguito dell’indagine, condotta dalla guardia di finanza di Palermo, sulle spese pazze all’assemblea regionale siciliana. Il lungo elenco di contestazioni riguarda la legislatura 2008-2012. 

Secondo la Corte non era legittima la spesa di 80mila euro per pagare l’affitto della sede palermitana del Mpa, in via Libertà, nel salotto della città. «Sede necessaria»,  si era difeso Musotto, perché i locali dell’Ars erano insufficienti. «Spesa del tutto estranea ai fini del gruppo – ribattono i giudici – perché sede del partito Mpa (quindi non del gruppo parlamentare ndr)». Ci sono poi i 45mila euro che Musotto ha dichiarato di aver consegnato a Raffaele Lombardo per la campagna elettorale delle Regionali. Circostanza che l’ex presidente della Regione ha negato. E, sempre a proposito dell’ex governatore, vengono contestati 4.700 euro per la cena a Villa Alliata del 19 ottobre 2010 per la presentazione da parte di Lombardo della nuova giunta. «Non si comprende – sottolineano i giudici – come un evento conviviale possa farsi rientrare tra le finalità istituzionali del gruppo».

Una delle somme più ingenti è rappresentata dai 200mila euro «erogati a pioggia» agli iscritti del gruppo parlamentare, con importi mensili fissi e con una causale generica: «Indennità/contributo funzionamento gruppo». Musotto aveva spiegato che l’utilizzo del contributo unificato non doveva essere oggetto di alcuna rendicontazione. Ma nella sentenza queste argomentazioni vengono definite «destituite di fondamento». Ancora nell’elenco compaiono 134mila euro, non rendicontati, per l’acquisto di stampanti, toner, cancelleria, quotidiani; 18mila euro per rimborsi di pasti e bevande alla buvette dell’Assemblea regionale e 734 euro per piatti di carta e altro. «I deputati – affermano i giudici contabili – avevano già diritto ai buoni pasto; invece, come dichiarato dal rappresentante della ditta e dal cassiere, i deputati facevano fatturare sistematicamente la differenza, anche per i pasti consumati dai loro ospiti, a carico del gruppo d’appartenenza».

Per manifestazioni politiche sono stati spesi 58mila euro, altri 28mila per associazioni e comitati locali; 27.620 euro per soggetti non appartenenti al gruppo; settemila euro per regali, alimenti e libri comprati da singoli deputati; novemila euro per ristoranti e alberghi «per eventi di natura conviviale e in assenza di qualsiasi documentazione». Soltanto al senatore Vincenzo Oliva, commissario regionale del Mpa, sono toccati 17mila euro di rimborso spese per ristoranti, carburante, taxi a Roma, acquisto di libri, giornali e spese per necrologi. Senza contare la macchina noleggiata per gli spostamenti di Oliva, un’Audi A6 che è costata al gruppo parlamentare all’Ars 22mila euro. Vettura che però è rimasta a Catania a disposizione del deputato dell’Ars Nicola D’Agostino, come dichiarato da Musotto. 

È attesa nei prossimi giorni la sentenza che riguarda anche gli altri ex capogruppo dell’Ars nella precedente legislatura: Antonello Cracolici, oggi assessore all’Agricoltura; Rudy Maira, Innocenzo Leontini, Giovambattista Bufardeci, Dino Fiorenza e Cateno De Luca.

Redazione

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